La mostra a Palazzo Merulana fino a novembre
Palazzo Merulana con Storaro Art, in collaborazione con CoopCulture, Fondazione Cerasi e con il patrocinio della Festa del Cinema di Roma, presentano fino al 1 novembre prossimo la mostra “Storaro: scrivere con la luce”.
Vittorio Storaro nasce a Roma nel 1940. Fin da piccolissimo inizia a muovere i primi passi nel mondo della fotografia e approda al Centro Sperimentale di Cinematografia. Vincitore di tre premi Oscar, tra gli altri per Apocalypse now, con cinque lauree ad honorem, Storaro si racconta qui con tutta la sua potenza creativa. Un’arte la sua che supera certamente i confini delle immagini istantanee e apre piuttosto ad una composizione visiva a tutto tondo.
La mostra suddivisa in tre piani racconta il dialogo profondo dell’opera artistica del Maestro, anche secondo un percorso cronologico, tanto con il cinema quanto con l’arte figurativa che lo ha ispirato, espressa dalla collezione Cerasi che dal 2018 vive all’interno dello splendido spazio di Palazzo Merulana. Entra così in contatto con i lavori di alcuni dei più celebri pittori di tutte le epoche, da Bacon a Magritte, da Botticelli a Caravaggio, punto nevralgico permeante di tuta la sua produzione.
“Il progetto di una vita. Un‘enciclopedia di un visionario, un ricercatore, uno studioso […] intorno al mistero della visione” queste le parole dello stesso Storaro “Questa, quindi, non è solo una mostra fotografica ma in realtà un’esposizione di varie forme di arte: la scrittura, perché tutto parte da una storia; la fotografia pura; la cinematografia”.
Le 70 opere, di cui 50 cine-fotografie originali e 20 riproduzioni di dipinti, inondano l’occhio dello spettatore. Proprio come guardando un film, l’arte di Storaro è viva. Utilizzando la tecnica della doppia impressione, si coglie nei colori, nel gioco di luci, nello sviluppo della trama visiva, la profondità di uno sguardo che va ben oltre la fotografia, ma innesca invece un vorticoso movimento di ricerca che muove sensazioni e desideri, idee.
Nulla può l’ingenuo occhio di chi guarda le opere d’arte di Storaro di fronte alla forza devastante dell’apocalisse firmata Francis Ford Coppola, davanti l’irruento ed incontrastabile idillio amoroso di Marlon Brando e Maria Schneider nell’Ultimo tango a Parigi di Bertolucci, o dinanzi il chiaroscuro in Dick Tracy di Warren Bitty. Una mostra preziosa.