Caravaggio, a Palazzo Barberini esposti quattro capolavori

Caravaggio, a Palazzo Barberini esposti quattro capolavori

Giovedì 24 settembre, dopo un prestito di alcuni mesi al Rijksmuseum di Amsterdam, hanno fatto ritorno in Italia, alle Gallerie Nazionali d’Arte Antica di Palazzo Barberini, Narciso e San Giovanni Battista. Due capolavori che andranno ad affiancarsi ad altre creazioni del Merisi conservate nella splendida sede di via delle Quattro Fontane: Giuditta e Oloferne e San Francesco.

 

Attr. Michelangelo Merisi, Caravaggio – Narciso, 1597-1599 – olio su tela

 

Michelangelo Merisi gode da sempre di un posto d’onore alle Gallerie Nazionali d’Arte antica di Roma. Dallo scorso febbraio però, due sue celebri tele storicamente esposte nella Capitale, San Giovanni Battista e Narciso, erano in prestito al Rijksmuseum di Amsterdam. Il 24 settembre, finalmente, i capolavori hanno fatto rientro in Italia e sono così tornati ad illuminare di ulteriore bellezza le sale di Palazzo Barberini.

Il San Giovanni Battista normalmente è conservato a Palazzo Corsini, altra sede delle Gallerie Nazionali d’arte antica. Ma dal 1° ottobre l’edificio di Via della Lungara è chiuso per lavori. Così il dipinto è stato trasferito nella sala 26 del Piano Nobile. Proprio accanto, nella solita ubicazione della sala 25, si trova invece Narciso, opera controversa che da sempre divide gli esperti tra chi la attribuisce a Caravaggio e chi ad altri autori, tra cui Giovanni Antonio Galli, detto lo Spadarino. I due dipinti si andranno ad aggiungere ad altre due meraviglie del Merisi da sempre conservate a Palazzo Barberini: Giuditta e Oloferne e San Francesco.

In quelle sale si respira così appieno l’atmosfera di crudo e talvolta brutale realismo di uno dei più tormentati geni italiani, la cui vita fu segnata, come l’arte, dallo scontro tra luce ed ombra. Un autore che stupì e provocò, non creando una vera scuola tuttavia. Piuttosto una cerchia. “Dato che”, come sottolineò Roberto Longhi, storico dell’arte e collezionista di cui ricorre quest’anno il cinquantenario della scomparsa, “il Caravaggio suggerì un atteggiamento. Insomma, come non aveva avuto maestri, non ebbe scolari”.

Si rimane ipnotizzati di fronte a Narciso avvolto dall’oscurità e dall’enigma di sé, imprigionato nella vista sognante del proprio ingannevole doppio riflesso nell’acqua. E il San Giovanni dall’aura fanciullesca, la cui figura viene investita dalla luce che fissa l’atto del movimento e della torsione di spalle e volto in un fotogramma eterno.

Non sono mai mancati i motivi per visitare lo splendore di Palazzo Barberini, ma di certo il cupo splendore di Caravaggio ne fornisce sempre di inesauribili.

Michelangelo Merisi, San Giovanni Battista, 1604-1606, olio su tela

About Marco Bombagi

Laurea Magistrale in Scienze Politiche con indirizzo sociale e del lavoro conseguita nel giugno 2006. Praticante giornalista presso "Lumsa News" ( scuola di giornalismo dell'università Lumsa) da ottobre 2007 a ottobre 2009. Giornalista professionista dal 19 gennaio 2010. Autore del romanzo "La Valle di Erec" edito da Progetto Cultura