Martedì 14 novembre è andato in scena Il Teorema della rana di N. L. White al Teatro de’ Servi di Roma e sarà in cartellone fino a domenica 26 novembre, prodotto da Alt Academy.
Mi piacerebbe iniziare scrivendo: il sipario si apre … e invece, per questa commedia, il sipario non si apre, o meglio, è già aperto su un palcoscenico disadorno con diversi elementi a vista: proiettori, un baule, scale, corde e, sul fondo, si intravede un appendiabiti con costumi appesi alla rinfusa. La scena teatrale si presenta nuda agli occhi dello spettatore che comincia a pregustare una storia sicuramente diversa dalle altre: meno costruita e artificiale del solito. Infatti, da subito, ci ritroviamo a sbirciare dal buco della serratura lo svolgersi di una normale giornata di una compagnia teatrale: gli imprevisti, i problemi di tutti i giorni ma, soprattutto, gli escamotage per cercare di tirare avanti in un settore, quello del teatro, sempre più indebolito a livello economico e organizzativo.
Dalla platea sale sul palco il primo personaggio: Daniele Gargiulo interpretato da Luca Ferrini, che firma anche la sapiente regia di questo testo; sta parlando al telefono e sta comunicando all’INPS che il direttore di scena, Mattia Badalamenti, interpretato da Alberto Melone, è venuto a mancare per cui non c’è più bisogno che mandino i sussidi a suo nome. Dopo poco però, il suddetto Mattia, si presenta sul palco in carne ed ossa. Minuto dopo minuto ci viene svelato che Daniele Gargiulo, capocomico della compagnia, ha truffato la previdenza sociale per avere quanti più sussidi possibile per mandare avanti la baracca ma non è finita qui, perché la storia diventa sempre più intricata e i colpi di scena si susseguono aumentando il ritmo delle azioni che diventano sempre più assurde e grottesche tanto da innescare una comicità contagiosa. Ogni volta che l’intreccio sembra sciogliersi, arriva un nuovo personaggio che rimette in gioco tutto: un ispettore dell’INPS mangia – tramezzini, interpretato da Paolo Roca Rey, un’altra funzionaria dell’INPS interpretata da Valentina Martino Ghiglia, Lucia Tamborrino nei panni della moglie del capocomico e, insieme a lei, uno psicologo sui generis interpretato da Guglielmo Lello, infine Davide Sapienza interpreta il cugino Raoul, complice della truffa e Veronica Stradella è la promessa sposa del non – defunto Mattia Badalamenti. Il lavoro di squadra degli attori e il disegno registico tengono con maestria il ritmo della commedia che diventa sempre più forsennato, mantenendo, così, un alto livello di comicità senza che la tecnica e la precisione vengano mai meno.