La catarsi dell’Otello di Luigi Siracusa

La catarsi dell’Otello di Luigi Siracusa

Il primo di questo mese ha debuttato “Otello” di Shakespeare con la regia e l’adattamento di Luigi Siracusa che sarà in scena fino al 13 ottobre al Cometa Off di Roma. La scena è a cura dello stesso Siracusa e di Francesco Esposito che cura anche i costumi. Il disegno luci è di Pasquale Mari e le musiche originali di Oragravity.

L’adattamento del giovane regista rivela un grande rispetto per il testo, portando la scena verso le parole e non viceversa. Gli attori hanno saputo interpretare il testo con una freschezza e una naturalezza affatto scontati. Quando il pubblico entra in sala, gli interpreti sono già in scena che girano intorno ad un letto disfatto e a diversi oggetti poggiati a terra, l’ordine in cui sono disposti è maniacalmente preciso. Si tratta della sala di un museo? O siamo di fronte alla scena di un delitto dove tutto deve rimanere lì dov’è, fino all’arrivo delle autorità? Una cosa è certa: quello stesso letto conterrà atti d’amore e di morte. Eppure le vittime non ci sono, ancora.

Il letto è il sole e i personaggi i pianeti che vi gravitano intorno. Ciascun pianeta ha il suo satellite: e così Emilia, interpretata da una silente ma efficacissima Eleonora Pace, gravita intorno a Iago ma tradirà la sua orbita per urlare in faccia al moro la sua rabbia che è la rabbia di tante, di troppe donne a cui viene tolta la voce. Iago, interpretato da Francesco Sferrazza Papa, sembra essere l’unico pianeta a non avere un’orbita precisa da compiere, i suoi movimenti fendono l’aria in un disegno di traiettorie che si incaglia solo alla fine. Il personaggio di Iago non cede mai al ritratto del cattivo che deve nascondersi. La sua natura è chiara, il suo tormento anche, tanto che a volte lo spettatore prova pena per la sua sventura di anelare a qualcosa che non avrà mai.

Gianluigi Rodrigues, nei panni di Otello, ci svela che il suo amore per Desdemona è una medaglia a due facce estreme che non ha alcun pudore nel mostrarci. Roderigo, che ha il viso e la verve comica di Luca Carbone, è chiaramente il fool tanto caro al teatro Shakespeariano. Cassio, interpretato da Laurence Mazzoni, esplora la parte guascona del Luogotenente ma colorata da qualche blue note che lo irrora di malinconia. Infine Desdemona è interpretata da Zoe Zolferino, intorno a lei gravitano tutti, come intorno al suo letto di amore e di morte ma il suo candore e la sua purezza non si macchiano mai, neanche per un istante. La scena dello strangolamento di Desdemona è sempre straziante. Da donna, la spinta di alzarsi e toglierla dalle mani del suo carnefice è fortissima. Ma il teatro è catarsi, diceva Aristotele: “gli spettatori, identificandosi negli attori che recitano vicende terribili, si purificano da quei sentimenti che anche loro provano…”. Luigi Siracusa dirige un Otello a tinte forti, fortissime ma lo fa con mano ferma e con una saggezza invidiabile 

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