(15 luglio 2012) – Putignano-
“Un anno dopo la mia prima visita a Putignano mi aspettavo che il consiglio comunale avesse dato il suo contributo per l’istituzione del registro comunale dei testamenti biologici, ma questo non è stato fatto”, arriva da Beppino Englaro la bacchettata all’indirizzo dell’amministrazione comunale di Putignano che su questo punto si era impegnata pubblicamente. Ha proseguito Englaro: “Il primo cittadino è eletto da noi, e a lui dobbiamo dire ‘aiutaci’, il futuro è nelle nostre mani. E’ necessario far capire alla classe politica che è finita un’epoca, sono in gioco le nostre libertà”.Beppino Englaro, il papà di Eluana, è stato ospite assieme a Mina Welby, moglie di Piergiorgio, della tappa putignanese di lunedì scorso presso l’ex macello della rassegna “Del racconto, il film”, un festival di cinema e letteratura promosso dalla cooperativa “I bambini di Truffaut”. Assegni gli amministratori comunali di Putignano.A dare il benvenuto agli ospiti è stato Dino Parrotta in veste di presidente del consorzio I Make, “una sorta di custode” dell’ex macello trasformato in laboratorio urbano di cultura. A presentare la serata è stata la giornalista Annamaria Minunno. Ha moderato l’incontro con Englaro e Welby, la giornalista Donatella Lopez. Englaro e Welby hanno aperto il loro cuore e le loro vite al pubblico dell’ex macello, e descritto la lunga battaglia umana e legale messa in campo per vedere riconosciuto il diritto a morire. “Niente a che vedere con l’eutanasia, – ha sottolineato Englaro – nessuno ha chiesto ‘fammi morire’ ma solo ‘lasciatemi morire’”. La battaglia di Englaro e Welby è stata una battaglia contro le cure ad oltranza che creano “morti viventi”. “Un corpo in un letto è una non vita, – ha detto la moglie di Piergiorgio Welby – lui ha chiesto il diritto ad essere lasciato morire”. Due storie diverse quelle di Eluana e Welby: lei appena 21enne vittima di un incidente stradale che la porta in uno stato vegetativo permanente; lui che a 16 anni scopre di essere malato di distrofia muscolare e che finisce in un letto senza nemmeno più la forza di parlare o mangiare da solo ma lucido fino alla fine. Ha spiegato Englaro: “Vita è libertà di vivere non condanna a vita”. Il clima culturale sta cambiano, hanno evidenziato gli ospiti, oggi le disposizione anticipate di testamento contano. La serata si è conclusa con la proiezione del film “Lo scafandro e la farfalla”
di Julian Schnabel da www.faxonline.it