di Giuseppe Licandro
Il governo Letta procede spedito col programma di “riforme” e all’orizzonte ora incombe il presidenzialismo, che però non piace a molti costituzionalisti
Il presidente del Consiglio Enrico Letta ha nominato i trentacinque componenti della Commissione per le riforme costituzionali, che dovranno fornire indicazioni riguardo ai mutamenti da apportare alla Costituzione. Spetterà poi al Comitato dei 40 – formato da venti deputati e venti senatori – elaborare le proposte definitive, che saranno discusse ed eventualmente approvate dalla Camera e dal Senato, con due distinte deliberazioni distanziate di almeno tre mesi.
Se nella seconda votazione la legge di revisione costituzionale non sarà approvata con la maggioranza dei due terzi, allora potrebbe essere sottoposta a un referendum confermativo, che potrà essere richiesto da un quinto dei deputati o dei senatori, da cinquecentomila elettori o da cinque Consigli regionali. Per completare l’iter della riforma costituzionale ci vorranno almeno 18 mesi e non è detto, quindi, che il tentativo vada in porto. Stravolgere la carta costituzionale per eleggere direttamente il capo dello Stato ci sembra un’idea balzana, dettata dalla voglia di una sterzata in senso autoritario che serpeggia in ampi strati della “casta dirigente”. Vi immaginate, infatti, chi potrebbe essere il primo presidente della Repubblica eletto dal popolo? La democrazia italiana rischia di incanalarsi verso una pericolosa deriva plebiscitaria… Ci auguriamo, quindi, che i deputati e i senatori dell’opposizione (Sel e M5s), insieme a una parte del Pd, si oppongano al presidenzialismo, facendo sì, quantomeno, che si giunga al referendum costituzionale.
Segnaliamo, infine, le iniziative in difesa della Costituzione intraprese dai firmatari del manifesto Non è cosa vostra, invitando a leggere l’intervista che Gustavo Zagrebelsky, illustre giurista e presidente dell’associazione Libertà e Giustizia, ha rilasciato ad Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera («Il sì al presidenzialismo del Pd? Un caso di Sindrome di Stoccolma», in www.libertaegiustizia.it/), oltre all’articolo di Stefano Rodotà Gli apprendisti stregoni del presidenzialismo, pubblicato sull’edizione on line di MicroMega.
Le immagini: foto di Gustavo Zagrebelsky (fonte: www.flickr.com; autore: Festival della scienza).
Giuseppe Licandro
(LucidaMente, anno VIII, n. 90, giugno 2013)