Anche le imposte hanno i loro dogmi. Dopo la dottrina cattolica, anche l’agenzia delle entrate, forse durante un concilio a Nicea, ha affermato un atto di fede nella trinità fiscale.
diEnrico Masucci
L’hanno chiamata IUC (imposta unica comunale) per cui uno pensa che con un unico pagamento assolve tutti i propri impegni verso il comune d’appartenenza; non è così: l’imposta è unica ma i prelievi sono tre, fatti nel nome della Tari, dell’Imu e della Tasi che tanto santa non sembra.
La legge è quella dello scorso dicembre relativa alla stabilità dell’esercizio 2014, dove al comma 639 dell’art. unico viene stabilita l’istituzione dell’imposta unica comunale che come una matrioska ha dentro di sè una tasi, che a sua volta ha dentro di sè l’imu e a parte una tari; qui comincia la confusione.
Non vorrei essere accusato di politeismo, pardon, di credere in tre prelievi fiscali, ma questa è la realtà e mi riesce difficile pensare ad un’ unica tassazione, visto che la prima e la terza hanno natura di tassa, mentre l’imu ha natura di imposta patrimoniale ed anche i presupposti sono diversi: uno è il possesso (se volessimo fare i precisini anche sul termine “possesso” c’è qualcosa da ridire), l’altro è la fruizione dei servizi. Insomma la confusione è tanta e la poca chiarezza genera dubbi che non dovrebbero sussistere.
La Banca d’Italia ha detto che la tassazione sarebbe superiore del 60% rispetto all’anno precedente, mentre la norma afferma che l’imu + la tasi non possono superare i limiti della sola imu del 2013. Ritorniamo ai misteri della fede, credere senza dubitare dell’esistenza dell’essere superiore che tutto sa e per questo ha il suo disegno perfetto.
Un giorno forse tutti i segreti della legge saranno svelati; intanto il giorno si avvicina e lo stato d’animo è agitato come se fosse il giorno del giudizio universale.
Aspettiamo e, come buoni credenti, attendiamo il prossimo miracolo sperando, visto che si parla di fiscalità, che non ci siano più moltiplicazioni dopo quella dei pani e dei pesci.