Cosa pensa un giovane della musica di ieri e di oggi? Abbiamo chiesto un intervento alla ventenne Sally Gulinelli.
Viviamo in un periodo in cui migliaia di aspiranti musicisti scompaiono con la stessa velocità con cui sono comparsi. Rocco Hunt, “nuovo talento” appena sbucato dalla bella Napoli che, oltre a sfornare polemiche, tira fuori tantissimi aspiranti cantanti che oltre a lamentarsi del governo e ad ironizzare sulle donne trasformandole in oggetti sessuali, non sanno fare molto. Senza contare il loro “canto” in dialetto stretto.
Amici di Maria De Filippi, ecco un altro talent show di cantanti e ballerini che vorrebbero fare della propria passione un lavoro, anche se molto spesso non si tratta di passione bensì di necessità: meglio zappare la terra o guadagnare emettendo suoni? Quelli che non sanno nè cantare nè ballare fanno gli “imprenditori” o meglio cercano di farlo.
Dunque cos’è in realtà la musica oggi? I tormentoni dell’estate dei primi anni 60 avevano gli stessi temi di adesso, parole messe insieme senza molto significato esattamente come quelle di oggi. Una volta bastava essere quasi intonati per fare successo; oggi basta essere “originali”, ovvero cloni come vuole la moda: occhiali da vista anche se non servono , jeans stile radiografia, creste super ingelatinate, sopracciglia spesse anche per le donne, vestiti da suora o travestimenti carnevaleschi.
La musica non viene più solo ascoltata ma soprattutto “vista”. Dov’è l’ABC delle parole leggere che solleticano l’orecchio senza farlo tremare, le assonanze, le sinestesie che balzano da orecchio a cuore? I testi sono rudi e le parole biascicate, come se il sentimento per essere pregnante avesse necessità di essere volgare. Infine, frasi fatte: grazie di esistere, meno male che ci sei, tante grazie pure io. Questo avviene quando si usa la musica come trampolino per arrivare, comunque.
Certo, a sentir parlare e giudicare sembra quasi che se ne sappia qualcosa. Ma meno male che alla fine è sempre il pubblico a decidere, a meno che, anche qui, non si faccia caso al travestimento più che alla voce.
Vogliamo parlare di chi, magari non esteticamente bellissimo, salga su un palco con una voce che sbaraglia? Abbiamo notato le facce stupite dei giudici? Dalle loro facce sembrerebbe quasi che avere una bella voce significhi essere per forza belli. Molto intelligente e realista come ragionamento . Qualcuno potrebbe ribattere: “Siamo in tv e l’occhio vuole la sua parte”. Ma stiamo parlando di “The Voice”, “Amici” e “X-Factor”, non Miss Italia.
La musica di oggi è una brutta copia che prende dal passato confezionando nenie disperate o rap che somigliano ad alfabeto Morse polemico, facendo il verso al vero rap che ha radici ben diverse, vere e profonde. Tra i due mali, musica vecchia e musica nuova, scegliamo il “meno peggio”: la prima, che era quella tutto sommato con argomenti più vasti, che non fossero politica e sesso.
Sally Gulinelli