Me ne fotto che il restyling della Barcaccia di piazza di Spagna sia finito! Almeno fino a quando l’isola pedonale del Pigneto sarà piena di spacciatori, come è piena di macchine la Pontina durante i week end estivi. Finchè le realtà delle torri quali Tor Bella Monaca, Torpignattara, Torre Maura, dove trionfa la mancanza dei servizi essenziali, non venga ricordata tra le priorità della Capitale. Fino a quando San Basilio sarà gemellato con Scampia per l’unica organizzazione efficace di zona, quella criminale. Finchè tra Casal de’ Pazzi e Rebibbia esisteranno strade che ricordano la povertà di Manila o Dacca, con case che dire abusive sarebbe definirle a norma.
Finchè l’edilizia popolare, come quella di Vigne Nuove manterrà l’orrenda estetica del grigio casermone azzecca-famiglie, quasi a significare che chi non ha soldi, non ha il diritto a godere del bello, già rievocabile con la creazione di strutture ridimensionate ed evitando quella gettata di grigio rattristante, altamente sconsigliato a chi soffre di disturbi dell’umore, manie di persecuzione o disturbi paranoidi vari. Fino a quando non si modificherà la Bufalotta, lunga e stretta strada per metà cittadina e per metà contea campagnola, sintomo della Roma che sta là e che non si considera, se non per buttarci in mezzo l’ormai famoso Porta di Roma, il centro commerciale raggiungibile attraverso questa arteria ostruita, a causa delle dimensioni invariate rispetto a quando accoglieva il transito pre-costruzione di questo raccoglitore del delirio romano e così finchè non saranno oggetto di attenzione zone come il Labaro e Prima Porta, unico luogo dove il cimitero trasmette più allegria della città. Fino a che il brutto della periferia, dove si edificano brutte anche le chiese (quasi ci fosse un impegno a non voler concedere un’ idea del bello agli indigeni periferici), rimarrà un rigido schema, senza possibilità di acceso ad un restyling radicale.
Leonardo Masucci