Unioni tra coppie dello stesso sesso e coppie di fatto: ostacoli, diritti non riconosciuti e speranze
di Adalgisa Marrocco
«Matrimoni per tutti. Le coppie omosessuali non possono avere meno diritti degli altri», questo il grido lanciato dalle Associazioni gay riunitesi il 18 aprile davanti al Parlamento. Occasione del sit-in è stato il quinto anniversario della sentenza 138/2010 della Corte Costituzionale, la quale “ha sancito che anche la coppia dello stesso sesso ha diritto a essere tutelata come formazione sociale”.
LA VOCE DEGLI ATTIVISTI – Durante la manifestazione, Gabriella Friso (esponente di Affermazione Civile, gruppo attivo nell’affermazione dei diritti civili per coppie dello stesso sesso) ha affermato: «se una deve esistere una legge, essa deve affermare l’uguaglianza di tutte le coppie: matrimonio civile e unioni civili per tutti. Anche se il Parlamento approvasse la legge sulle unioni civili, continueremo a combattere fin quando non ci sarà anche il matrimonio civile per tutti».
COPPIE DI FATTO – D’altronde, finanche le coppie eterosessuali che scelgono di essere semplicemente “compagna e compagno” – o meglio, “coppie di fatto” – incontrano mille difficoltà. Ostacoli che diventano doppiamente insormontabili se la coppia che decide di legarsi per la vita è omosessuale.
IL CASO DALLA – Volendo far riferimento a casi balzati agli onori delle cronache, ricordiamo quello del cantante bolognese Lucio Dalla e del suo compagno Marco Alemanno. Il cantante, scomparso nel marzo 2012, ha lasciato il suo fidanzato in balia di inconvenienti legati all’eredità. «Estranei sono entrati in casa nostra per decidere su tutto, dai soldi al patrimonio artistico, escludendo chi c’era prima e contava davvero qualcosa per lui. Non ho intrapreso nessuna azione legale nei confronti dei parenti di Lucio, con i quali non ho nessun rapporto […] Ho scelto di rinunciare a combattere per difendere ciò che era mio, e che i signori eredi non riconoscevano tale. Niente mi avrebbe ridato Lucio, né i quadri, né le statue, né il denaro », aveva spiegato Marco Alemanno. Quello dell’eredità è soltanto uno dei tanti aspetti che discriminano l’unione tra coppie omosessuali o, più in generale, tra “coppie di fatto. Problematiche insormontabili finiscono per coinvolgere perfino le unioni omosessuali che, pur essendo state sancite da un matrimonio all’estero, alla prova dei fatti non riescono a vedersi riconosciuti minimi diritti in Italia.
MATRIMONIO ALL’ESTERO NON RICONOSCIUTO IN ITALIA – Ricordiamo il caso dell’onorevole Anna Paola Concia (politica PD, sposatasi in Germania nell’agosto 2011 con la sua compagna tedesca Ricarda Tratmann) che nel 2013 aveva provato a far trascrivere l’unione dal Tribunale di Roma, ma si era vista rigettare la richiesta a causa del vuoto legislativo che disciplinava la materia. «Avrebbero dovuto soppesare il fatto che siamo in Europa, che mia moglie è tedesca e io l’ho sposata lì […] la registrazione al Comune di Francoforte è stata immediata, mentre in Italia la battaglia continua», aveva dichiarato l’onorevole Concia.
IL PARLAMENTO LAVORA AD UN TESTO BASE – Nonostante la strada sia ancora lunga e tortuosa, meno di un mese fa la commissione Giustizia del Senato ha iniziato a lavorare su un testo base che dovrebbe regolamentare la convivenza e le unioni civili tra persone dello stesso sesso. Il testo è composto da 19 articoli riuniti in due titoli: il primo riguarda le unioni civili; il secondo disciplina la convivenza. L’Articolo 1 stabilisce che due persone dello stesso sesso possono costituire un’unione civile mediante dichiarazione di fronte all’ufficiale di stato civile e alla presenza di due testimoni. I matrimoni contratti all’estero, e i matrimoni nei quali un coniuge abbia cambiato sesso, potranno essere riconosciuti come unioni civili.
IL TABÚ DELLE ADOZIONI PER COPPIE OMOSESSUALI – Rimangono precluse le adozioni, ma dovrebbe essere estesa alle unioni civili tra coppie omosessuali la “Stepchild Adoption” (adozione del bambino che è già riconosciuto come figlio di uno solo dei due). Per quanto riguarda i reciproci diritti e doveri, valgono gli articoli del Codice Civile relativi qualsiasi matrimonio.
PROBABILI TUTELE MINIME PER LE COPPIE DI FATTO – Il testo dovrebbe arrivare riconoscere alcuni diritti e tutele base anche alle “coppie di fatto” che non vogliono essere registrate come unione civile o alle coppie eterosessuali che non si vogliono sposare. Le garanzie riguarderebbero l’assistenza ospedaliera, il diritto di successione nell’affitto di una casa, il mantenimento temporaneo dell’ex partner in difficoltà e la possibilità di fare un accordo notarile con cui i contraenti possano disciplinare rapporti patrimoniali e comune residenza.
LE CRITICITÁ DEL TESTO SEGNALATE DAGLI ATTIVISTI – Nessuna certezza dal testo, ma molte criticità. Dario Accolla, blogger de Il Fatto Quotidiano e attivista, ha scritto: «Sulle criticità del testo presentato c’è, innanzi tutto, lo “spacchettamento” dell’articolo 3, da cui è stato tolto il riferimento diretto al matrimonio – a cui originariamente venivano equiparate le unioni civili – per sostituirlo con tutti gli articoli relativi a diritti e doveri che esso prevede. Sarà più semplice così emendarlo punto per punto e attaccare i singoli diritti. La parola “matrimonio” in buona sostanza era la cinta di mura dentro la quale proteggerne le prerogative. Senza quella barriera, i singoli diritti sono facilmente più attaccabili. Il Pd sarà chiamato a dimostrare unità interna e coerenza politica nel difendere il testo così com’è il quale, ribadiamolo, è già la massima forma di mediazione al ribasso possibile e di per sé discriminatoria (poiché esclude le adozioni tout court e per il fatto stesso di chiamarsi in modo diverso). Rumors di palazzo ci inquietano su due aspetti fondamentali, ancora: la reversibilità della pensione e le stepchild adoption. La prima dovrebbe essere garantita dallo scudo europeo, nonostante le solite menzogne sui costi, da Malan a Brunetta e passando per Alfano, che saranno anche deputati, ministri e professori universitari ma che evidentemente hanno dimenticato la matematica di base. Sull’adozione da parte del partner ci sono ancora diversi mal di pancia, dentro e fuori il Pd. Contrarissimo il Nuovo Centrodestra, per cui con ogni evidenza corrotti, mafiosi e delinquenti possono essere coniugi e genitori – senza grandi preoccupazioni per il benessere del minore – mentre gay e lesbiche no. Vedremo, anche su questo fronte, se Renzi sarà in grado di non farsi ricattare da un partitino omofobo e ultraconservatore che esiste, per lo più, solo in parlamento.»
Un tunnel lungo e tutto in salita, in attesa di uno spiraglio di civiltà.