di Beppe Di Maggio
Non credo che il cielo sarà bianconero a Berlino come lo fu azzurro nel 2006. La logica, anche se nel calcio mai dire mai, ci dice che la Juventus parte, ovviamente, battuta con il Barcellona; se Leo Messi è almeno all’ 80%, non credo ci siano possibilità per un “miracolo”. In questi anni abbiamo visto il Barcellona e la Spagna imporre il loro “tiki taka”, prima quello integralista di Guardiola, ora questo più naif di Enrique che lascia più spazio alle improvvisazioni di Messi, che agisce spesso dietro una coppia di attaccanti ben assortita come Suarez e Neymar, ma senza perdere il vizio di segnare dei goal capolavoro come i due nella semifinale col Bayern Monaco. Insomma questa dovrebbe essere in teoria la quarta coppa nell’era Messi, alla Juve mancherà Chiellini in difesa e non è una buona notizia.
A fronteggiare il calcio catalano c’è un’opposta filosofia , ovvero il calcio all’italiana, che tuttavia cerca di coniugare un abbozzo di bel gioco all’utilitarismo, la Juve targata Allegri a volte c’è riuscita, come contro il Borussia, a volte meno vedasi col Monaco. Nella doppia sfida con il Real ha meritatamente superato gli ex detentori del trofeo, quasi dominando l’andata e rischiando di vincere anche a Madrid. A tratti ha ricordato la grande Juve lippiana, ma con molta più qualità a centrocampo, data dai vari Pogba, Pirlo e Vidal. Certo un rigore molto dubbio su Tevez , ha indirizzato la sfida all’andata, certo un sorteggio molto benevolo ha aiutato i bianconeri ad evitare nelle partite da dentro o fuori Bayern e Barcellona. Poi se i dirigenti del Real sono stati dei “polli” a disfarsi, seppur in prestito, di Morata che ha proprio realizzato i due goal decisivi per far fuori il madrileni, vuol dire che è una stagione pro-Juve. Che infatti ha meritatamente rivinto (per la quarta volta) lo scudetto ed anche la Coppa Italia. Vincere la Champions, che manca dal ’96, sarà forse una chimera, tuttavia come diceva Brera Eupalla ti dà e poi bruscamente ti toglie. Oggi sapremo a chi.