Tra degrado, spaccio e violenza: storia del Pigneto e dei suoi guai
di Adalgisa Marrocco
Sono passati circa dieci giorni dall’inaugurazione della nuova zona pedonale del Pigneto, quartiere romano popolare molto frequentato dai giovani. Un’occasione cittadina che è stata trasformata in guerriglia urbana, a seguito del fermo di due pusher da parte dei Carabinieri in via del Pigneto. Infatti, dalle strade adiacenti erano numerosi spacciatori che, circondando le forze dell’ordine, avevano provato a liberare i due “colleghi”. Scoppiata la rivolta, altre volanti dei Carabinieri erano intervenute, nel tentativo di placare gli animi e bloccare alcuni fautori della piccola rivoluzione, singolo sintomo del degrado generale in cui versa i quartiere.
LO SPACCIO – Il Pigneto è ormai solito assistere a controlli, arresti e presidi (più o meno) fissi da parte delle forze dell’ordine, eppure il degrado avanza insieme al dilagare dello spaccio. L’ultimo blitz risale a poco meno di 48 ore fa (6 agosto 2015), quando Polizia e Carabinieri hanno sequestrato 260 grammi di hashish e marijuana, dosi accuratamente nascoste tra gli alberi e le aiuole di via del Pigneto. Alcuni residenti denunciano finanche l’uso delle autovetture altrui come nascondiglio per le dosi: c’è chi si ritrova droga occultata nel coperchio del serbatoio, tra i tergicristalli, sotto i parafanghi, oppure dietro la targa. Altri cittadini affermano di aver scovato dosi dietro gli sportelli dei contatori di acqua e luce.
LA VIOLENZA – Un quartiere dimenticato, non solo vittima dello spaccio, ma anche della violenza. È notizia del 20 luglio scorsa la violenza sessuale ai danni di una diciottenne romana in piazza Caballini, nei pressi del deposito ATAC nel cuore del Pigneto. Secondo la ricostruzione, la vittima, che in un primo momento aveva accettato di chiacchierare e passeggiare con il suo carnefice, arrivata nei pressi del deposito ATAC era stata strattonata e trascinata in disparte mentre, sotto la minaccia di un coltello, veniva violentata. La descrizione fornita dalla vittima e dai primi soccorritori, che sono riusciti a scorgere l’uomo prima della sua fuga, ha consentito alle forze dell’ordine di identificare e arrestare il 30enne autore dell’aggressione.
LA VOCE DEI RESIDENTI – Una situazione insostenibile, le cui vittime principali sono i residenti. Il quotidiano romano Il Messaggero ha riportato le parole di alcuni di loro. Giovanna ha detto: «Vivo qui da quindici anni: la situazione è cambiata radicalmente. È pieno di pusher, ci sono perfino mappe con le indicazioni sui posti dello spaccio. Noi residenti proviamo a fare manifestazioni, ma non basta […] Conviviamo con le difficoltà e la paura di un quartiere in cui residenti ed esercenti ormai si sentono assediati. Le risse sono all’ordine del giorno». Fabrizio, titolare di una pizzeria della zona, a Il Messaggero ha confessato: «Noi siamo qui da generazioni e la zona è peggiorata in modo esponenziale. L’isola pedonale non ha migliorato la situazione: i pusher la usano come bivacco. Nascondono la droga nelle aiuole, nelle saracinesche, sotto i sampietrini. L’altro giorno la titolare di un negozio qui vicino ha chiesto a due di loro di non mettere la droga nella sua serranda. In risposta, ha ottenuto una raffica di insulti […] Una volta, la Polizia ha arrestato circa quaranta spacciatori. Poco dopo erano tutti in strada e quando vedevano passare gli agenti sorridevano in modo sarcastico». Ancora, Stefano ha detto: «Abito nel quartiere da 52 anni. Fino a che i locali sono aperti e illuminano le vie, si riesce a camminare, ma la notte diventa impossibile. Mio figlio ha 16 anni e non passa più per questa strada: appena i pusher lo vedono gli propongono di comprare. La rissa dell’altro giorno ha dimostrato che gli spacciatori non hanno timore di nessuno».
Sembra essere questa la parabola stranamente discendente del Pigneto: da zona popolare nel dopoguerra raccontato da Pasolini, passando per lo status di quartiere rivalutato negli anni 2000 e inglobato nel cuore pulsante del centro capitolino, fino al nuovo e più sconvolgente degrado, specchio di una Roma bellissima ma sofferente.