Alla vigilia del nuovo anno scolastico, le scuole capitoline (e non solo) vedono rinnovarsi il dramma della manutenzione insufficiente
di Adalgisa Marrocco
Alla vigilia del nuovo anno scolastico romano, sono a rischio sette edifici su dieci. Ristrutturazioni incompiute, messe in sicurezza interminabili, manutenzioni infinite: 352 scuole di competenza dell’ex provincia di Roma appendono il cartello “work in progress” ai propri cancelli, mentre più della metà di questi edificii vede i lavori in stallo da anni a causa di fondi stanziati, ma non sbloccati.
I FONDI NEGATI ALLE SCUOLE ROMANE – La situazione economica che si prospetta agli occhi degli istituti romani non è affatto rosea: 138 scuole hanno realizzato ristrutturazioni senza poter sfruttare i fondi predisposti, altri 47 progetti avrebbero dovuto ricevere uno stanziamento di 6 milioni di euro da parte della Città metropolitana ma più del 50% non ha assistito al completamento dei lavori.
LE PROMESSE DEL GOVERNO – Eppure, fino allo scorso anno, il nuovo piano per l’edilizia scolastica era stato annoverato dal governo Renzi tra i punti programmatici: le parole d’ordine (o meglio, gli hashtag d’ordine) erano state #Scuolenuove, #Scuolesicure e #Scuolebelle. Gli interventi sarebbero dovuti essere 21.230 per un investimento di oltre 1 milione di euro. Al di là del preoccupante stato degli edifici scolastici romani, l’allarme coinvolge tutto il territorio nazionale.
LA DENUNCIA – Già lo scorso anno, il consueto report di CittadinanzAttiva metteva in guardia famiglie ed istituzioni: 4 edifici su 10 presentavano manutenzione carente; oltre il 70% riportava lesioni strutturali, in 1 caso su 3 gli interventi strutturali non venivano effettuati; più del 50% delle scuole si trovava (e si trova) in zona a rischio sismico e 1 su 4 in zona a rischio idrogeologico”. Nel 2014, notizie preoccupanti giungevano anche da Legambiente, che riferiva come fossero più di 41mila gli edifici scolastici a necessitare interventi di riqualificazione e messa in sicurezza urgenti. Eppure, a distanza di un anno, le promesse del governo sembrano non trovare realizzazione effettiva. Evidentemente nemmeno la possibilità di devolvere l’8×1000 all’edilizia scolastica deve essere stata sufficiente a rimpinguare le casse statali.
UN’ ANAGRAFE PER L’EDILIZIA SCOLASTICA – Tra le prossime iniziative del Ministero c’è l’istituzione di un’ Anagrafe dell’Edilizia Scolastica: ad oggi, il Miur ha censito 42.292 edifici scolastici (di cui 33.825 attivi); il 55% è stato costruito prima del 1976 e il 50% prima del 1971, anno di entrata in vigore dell’obbligo di certificare il collaudo statico, ragion per cui solo il 49% possiede tale certificato e la rimanente parte degli edifici non ha potuto fornire la garanzia di agibilità.
Tale anagrafe dovrebbe facilitare l’individuazione degli edifici maggiormente a rischio, ma il problema delle carenze economiche resta forte e non risolvibile da una catalogazione.