Al Teatro Brancaccio continua la stagione con un convento molto particolare, il più ecumenico di tutti, anzi va oltre l’ecumenismo, poichè attirerà molte anime, senza distinzione di fede o non fede. Serate di musical per tutti con Sister Act!
Sarà perché sono le suore più simpatiche che si possano incontrare, sarà che il convento risplende di luce, però quella stile Broadway, ma la storia di Deloris in versione teatrale non perde la carica rispetto al film del ’92.
Gli ingredienti per un grande musical ci sono: luci che sfavillano sulle scene corredate di sipari argentati, costumi di paillettes che prenderanno il posto degli abiti religiosi, musica e poi voci, tante ottime voci che attraversano la sala in un perfetto connubio tra genere soul, disco anni ’70 e pop del musical alla Broadway.
Belia Martin ricopre il ruolo che fu di Whoopi Goldberg. Molto più rappresentativa dell’anima disco anni ’70, quella forse più vicina al personaggio di Deloris Van Cartier, che a suor Maria Claretta (la sua veste in incognito), invece vicina al soul come il genere che si addice meglio ad una suora e che ritroviamo più marcato, infatti, nelle consorelle. Questa anima disco non è fuori luogo rispetto alla prospettiva data dallo spettacolo. Deloris non cancella difatti il suo bagaglio storico, entrata nelle mura isolate di un convento, ma si integrerà con il gruppo delle altre donne che hanno uno spaccato opposto.
Parliamo infatti di donne. E’ lo spirito di “consorellanza” che fa la forza per fuggire e per essere protette. Il male in fondo è un uomo, il suo boss Curtis, che vuole ucciderla, e in questo musical la forza delle donne sconfigge anche un boss. Sotto altra chiave, magari musicale, si potrebbe dire che l’unione di anima soul, anima pop e anima disco è l’originale possibilità per un prodotto dalla struttura forte e che funziona. Molto valida la prova di suor Cristina (dire credibile sarebbe superfluo), nel ruolo di suor Maria Roberta, che spinge a chiedersi quale sarà la sua scelta definitiva tra le luci della ribalta e la luce divina, considerata la performance; voce coinvolgente, interessante, emozionante quella di Francesca Taverni, la Madre Superiora. La firma della regia è quella del Maestro Saverio Marconi.
Non c’è dubbio, con questo convento potrebbero aumentare le vocazioni!