(23 settembre 2011) La notizia, di pochi giorni fa, è che a Berlino il partito dei pirati informatici ha fatto il 9 per cento. NOVE, direbbe il piccolo diavolo sbattendo le carte sul tavolo. Nel loro programma, oltre ovviamente a Internet gratuita e libera per tutti, hanno messo l'abolizione del copyright, la liberalizzazione delle droghe leggere, l'obbligo di totale trasparenza per chi fa politica, trasporti pubblici gratuiti e salario minimo garantito per i giovani. Tutte cose che dovrebbero stare e in gran parte non ci sono nel programma di una forza di sinistra degna di questo nome, che appunto in Italia non abbiamo. Tutte cose che avrebbero ricadute positive probabili sulla mitica crescita, sicure su quel rinnovo del patto sociale che è indispensabile per affrontare gli scenari che ci attendono (anche se non fossero così cupi come quello descritto qui, purtroppo possibilissimo se non ancora probabile). La Rete infatti in tutto il mondo crea posti di lavoro tranne che in Italia, uno dei posti al mondo con l'ADSL più cara e meno diffusa e il wi-fi più rarefatto e meno libero, con la pubblica amministrazione che anzichè rivolgersi al software gratuito, oramai da tempo all'altezza per dotazione e semplicità d'uso, compra a caro prezzo il software instabile di Gates. Oppure affida servizi inutili e carissimi come la PEC alle Poste, già ente statale simbolo ed ora SpA che si atteggia a banca senza esserlo (offrendo sponda a Mediolanum…) trascurando sempre più i servizi postali, la cui casella email era la più farraginosa da ottenere e usare, la più spammata e meno protetta, e ora si appresta a diventare l'unica obbligatoriamente a pagamento. I diritti d'autore andrebbero non dico aboliti ma pesantemente riformati, con l'obiettivo di proteggere i deboli e favorirne l'ingresso sul mercato anzichè di tutelare i già forti com'è adesso: trent'anni di battaglia contro i "pirati" non hanno fatto che strangolare il panorama musicale, quando la strategia opposta l'avrebbe fatto fiorire (come è successo nella storia recente: le ultime grandi ondate di novità discografiche sono coincise con l'era delle radio libere, con quella del libero noleggio dei cd, con quella del libero file sharing). La droga, ammesso che sia possibile definire bene cosa lo sia e cosa no (qual'è il criterio? la dipendenza? la mortalità? allora tabacco e alcol sono droghe), sono diventate da sollazzo per pochi a fenomeno di massa solo grazie al proibizionismo, che ne consegna produzione e distribuzione a criminali che hanno tutto l'interesse a far crescere un giro che dà profitti crescenti e così via in una spirale che dura da alcuni decenni e si potrebbe interrompere solo con la strategia opposta, come forse qualcuno comincia a capire tra gli intellettuali e i politici. La legalizzazione totale delle droghe leggere e la distribuzione gratuita e controllata delle pesanti darebbe una mazzata tale alle mafie che difficilmente si riprenderebbero (con una stretta sugli appalti, il presidio del territorio, e un po' di politici in galera gli daremmo il colpo di grazia), e si potrebbe lavorare sui consumatori per dissuaderli e farli gradatamente diminuire, com'è successo appunto con i fumatori. Ma già, siamo governati quasi ininterrottamente da 17 anni da uno schieramento che mette la "libertà" nell'etichetta ma solo lì, e a noi le ha tolte o tentato di toglierle piano piano tutte: quella di lavorare (e "il lavoro rende liberi"…), di navigare, di scegliere i nostri rappresentanti in Parlamento, di decidere cos'è la vita e morire in pace e con dignità (meno male che c'è la Svizzera: leggete qui e qui), quella d'impresa, di informazione, di istruzione pubblica e gratuita per tutti. Lasciando solo quella di corruzione e impunità al Capo, quella di sbafo ai suoi accoliti, e quella di evasione fiscale ai suoi elettori. Ed è questo l'unico punto debole del ragionamento di Bifo che invito a seguire: tutto corretto, tranne che con chiunque altro al governo, ma proprio chiunque, oggi staremmo molto meglio, perchè chiunque avrebbe almeno tentato di salvare la faccia facendo qualcosa per il Paese mentre pensava agli affaracci suoi e della banda di mafiosi leccaculi e manutengoli di cui si circonda. Che peraltro come tutti i capi con problemi di personalità si è scelto poco intelligenti, la qual cosa ha fatto più danni della malafede. La crisi è mondiale, si, ma se distruggerà l'Italia (e forse la Grecia) prima e più degli altri il colpevole sappiamo tutti chi è.