di Marco Bombagi
L’eleganza di forme sinuose che fluttuano, come sospese, in dimensioni architettoniche scrutate da angolazioni inusuali, attraverso l’obiettivo di una macchina fotografica.
Grazie al patrocinio dell’Ambasciata del Brasile a Roma e al sostegno della compagnia aerea Tap, è in mostra dal 26 febbraio al 25 marzo presso la Galleria Candido Portinari, all’interno proprio della sede diplomatica sudamericana a Roma, Dancer Inside Brazil, progetto fotografico concepito dall’architetto e fotografo Simone Ghera all’interno del più ampio disegno artistico Dancer Architecture Inside.
Un’idea, quella di immortalare ballerine di danza classica la cui delicatezza ed energia di movimenti venga esaltata dal fascino di contesti urbanistici moderni, i cui frutti artistici approdano nella Capitale dopo sei anni di esposizioni nelle principali città d’Europa.
L’idea del progetto nasce nel 2008 quando Simone osserva e ritrae alcune ballerine durante una sessione di lavoro; affascinato dal soggetto decide di farne la sua materia di studio integrando il linguaggio della danza con le peculiarità di ambienti architettonici e storici in ogni parte del mondo. Per creare così un legame quasi paradossale tra l’universalità della danza e la contestualità del messaggio urbanistico.
Dopo aver toccato con la propria arte città così diverse quali Praga, Vienna, Londra, Milano, Berlino, Mosca, San Pietroburgo e Baku, il fotografo approda a Rio De Janeiro, per sperimentare l’ulteriore relazione tra spazio e azione colta nell’attimo in cui l’obiettivo fotografico cristallizza le emozioni nella bellezza degli scatti.
Immagini che, a dispetto della natura statica della fotografia, quasi sfidando i limiti materiali che ne stabiliscono confini invalicabili, riescono a sprigionare la forza di quei gesti sublimi e di quei contesti affascinanti, sfidando la fissità della cornice per catapultarsi negli occhi del visitatore.
Negli scatti di Ghera non solo dialogano senza stridori dimensioni normalmente distanti e divise, come l’azione e la stasi, l’eleganza e la forza. Ma partendo da un elemento si giunge al secondo, teoricamente l’opposto. “Anche se il movimento è considerato l’essenza della danza”, afferma Ghera, “quello che mi attrae sono gli angoli statici e le linee create dai danzatori stessi. La fotografia permette di catturare un dettaglio architettonico, un intreccio di linee, sguardi prospettici che vanno oltre uno sfondo o di un soggetto in primo piano”.
Dancer Inside Brazil è un’occasione per cogliere l’esperienza artistica in molteplici, differenti forme. Linguaggi lontani uniti tra loro dalla poesia.