Il battito delle ali di quale farfalla in quale parte del mondo è responsabile dell’infermo battito del cuore di un bimbo innocente? E la moralità vista con gli occhi della maternità che altro aspetto potrebbe assumere? Fino al 17 aprile al Teatro Cometa Off uno spettacolo profondo, ma mai faticoso vi farà vedere quella parte di umanità che avete seppellito in fondo all’anima disconoscendola.
Una donna disposta a tutto pur di salvare il figlio malato incontra il suo salvatore spregiudicato, che in fondo non fa altro che fornire una soluzione ad una madre disperata. E così dopo essere condotti nel baratro della coscienza, dove il buio cessa di cullarci nei morbidi confini di cui ci avvolge la retorica della morale, dove possiamo sentire la tangenza tra amare e amorale, in cui risiedono quei nostri spazi interiori liberi dalle zavorre del buonismo e del pietismo, e così dopo aver scoperto il nostro essere umani che ogni giorno nascondiamo dietro un sovrumano borghese, risaliamo in superficie perché ciò che ci ha portato in questo percorso analitico non è nient’altro che apparenza e i pezzi della storia si disfano per ricomporsi in un’altra immagine.
Lorenzo Gioielli con Matteo 19,14. Lasciate che i bambini vengano a me è intensità pura. Il suo testo scava nell’anima dello spettatore che viene travolto da emozioni e da inevitabili domande su giusto e sbagliato. E torniamo bambini, azzerando le sovrastrutture che ci rassicurano col ben pensare utile ad un adulto per essere integrato nella società, che ci intorpidiscono per la banalità di cui a volte rivestiamo il bene, che ci fanno rinnegare gli istinti da cui tutti partiamo e che non vedendoli ci rendono ignoranti di noi stessi. Per questo lasciate che il vostro essere bambino riviva per una serata e si riconosca in quello stadio primordiale. Riccardo Scarafoni e Veruska Rossi sono due bravissimi attori che impreziosiscono ancor di più il testo con l’ efficace realismo della recitazione e con la veridicità dei personaggi, complessi da interpretare in modo sempre credibile per la doppiezza che essi rappresentano, ma che Scarafoni e Rossi riescono a portare in scena con naturalezza.
Finale dal sapore cinematografico, coerente con la sorpresa della conclusione. Un punto in più ai tempi e alla durata dello spettacolo che sono quelli giusti per far godere al meglio il contenuto allo spettatore.