Un servizio “in cerca d’autore” che continua a produrre poco in rapporto a quello che costa. Per statuto non deve occuparsi più dell’accertamento ma fa sempre meno ricerca, visto che buona parte degli “Esperti” sono impegnati altrove. Solo una riforma seria può cambiare questa situazione
La questione di fondo
Ma al di là del problema della ripartizione degli arretrati tra il personale la questione più importante rimane quella del "che fare" dell’ente. Sicuramente così com’è ora il Servizio è del tutto inutile, come ormai da diverse parti si comincia a riconoscere. "Ci auguriamo – ha detto ad esempio il segretario nazionale della UGL Ministeri, Paola Saraceni – che da gennaio il Secit si dia una diversa organizzazione e ritorni ad essere un ufficio di verifica e non di studio, altrimenti per lo Stato sarebbe più economicamente vantaggioso utilizzare questo personale nell’Ufficio di Lotta alla Corruzione istituito presso la Presidenza del Consiglio. Sembra assurdo ma oggi la metà del personale del Secit è pagata per amministrare l’altra metà".
Assurdo, d’accordo, ma forse ancora ragionevole se almeno l’altra metà potesse lavorare. Viceversa questa metà ha difficoltà ad essere realmente operativa sia per il clima ormai di smobilitazione, sia perchè buona parte dei cosiddetti Esperti sono impegnati in altri settori dell’amministrazione. Come abbiamo già documentato il Secit ha ormai sempre più il ruolo di Ufficio cassa e/o paracadute di riserva per uomini di staff da retribuire, estromessi da risarcire, assistenti da sistemare e sempre meno quello di centro vero e proprio di ricerca ed elaborazione.
E’ chiaro che in questa situazione quella parte del personale che dovrebbe supportare gli esperti rimane spesso poco o male utilizzata. Un altro esempio di cattiva amministrazione proprio all’interno di quel Ministero che dovrebbe sovrintendere al corretto utilizzo delle risorse pubbliche.