Nonostante l’agitazione proclamata prima di Natale ancora niente di nuovo sul fronte del contratto delle Agenzie fiscali. Lo lamenta la FPS Cisl, che propone di cercare unitariamente forme di protesta più incisive
In un comunicato del 3 gennaio la Cisl apre una riflessione sulla situazione del rinnovo contrattuale nelle Agenzie fiscali, dove si continua a registrare una sorda opposizione a tutte le richieste fatte dai sindacati. Evidentemente “ce lo dobbiamo sudare” – rileva Stefania Silveri, segretaria della FPS Cisl, che ricorda di avere emesso un comunicato in cui lamentava la stessa situazione esattamente il 7 gennaio del 2004. Si sta cercando di "farci pagare lo scotto di aver osato chiedere un contratto specifico, svincolato da quello del comparto Stato”.
"Nessuno ci perdona di essere riusciti, unici nel pubblico impiego, a stabilizzare parte di Fua nella voce indennità di Agenzia e men che mai ce lo perdonano i nostri “cari cugini” dell’ex Tesoro che, tramite la Ragioneria Generale dello Stato, “pontificano” sul nostro diritto a vedere rivalutato il buono pasto in analogia a quanto già deciso per loro stessi. E mentre pontificano frappongono, ovviamente, ostacoli”. Come già avevano fatto nel 2004.
E’ falso, secondo Silveri, che non ci siano i soldi per l’adeguamento del buono pasto: “sappiamo perfettamente che i residui della legge istitutiva del buono sono in grado di coprire (se non sono stati utilizzati per altri fini), oltre l’adeguamento del comparto Stato, anche quello del comparto Agenzie”. Si pretende, in pratica, che i buoni pasto vengano adeguati a spese dei contratti integrativi. Mentre non si può parlare neanche di abolire la decurtazione di salario operata in caso di malattie inferiori a 15 gg. perché questo istituto ancora vige nel comparto Stato.
Ma allora, insiste la Cisl, delle due l’una:
– o siamo ancora “affini” agli statali e allora anche il nostro buono pasto deve essere portato a 7 euro
– o non siamo più “affini” e allora non ci deve interessare nulla delle norme tutt’ora operanti in quel comparto.
E’ falso, secondo Silveri, che non ci siano i soldi per l’adeguamento del buono pasto: “sappiamo perfettamente che i residui della legge istitutiva del buono sono in grado di coprire (se non sono stati utilizzati per altri fini), oltre l’adeguamento del comparto Stato, anche quello del comparto Agenzie”. Si pretende, in pratica, che i buoni pasto vengano adeguati a spese dei contratti integrativi. Mentre non si può parlare neanche di abolire la decurtazione di salario operata in caso di malattie inferiori a 15 gg. perché questo istituto ancora vige nel comparto Stato.
Ma allora, insiste la Cisl, delle due l’una:
– o siamo ancora “affini” agli statali e allora anche il nostro buono pasto deve essere portato a 7 euro
– o non siamo più “affini” e allora non ci deve interessare nulla delle norme tutt’ora operanti in quel comparto.
Conclusioni. Visto che “non basta più aver organizzato manifestazioni in tutte le sedi centrali delle agenzie. non bastano più tutte le assemblee che giornalmente si tengono negli uffici del fisco in tutto il territorio nazionale … dobbiamo fare di più.” “Dobbiamo alzare il tiro affinchè anche i vertici delle Agenzie facciano la loro parte”. E, quindi, sarà necessaria "una riunione unitaria di tutte le organizzazioni sindacali nei prossimi giorni per individuare forme di protesta più visibili nonché utili allo sblocco della vertenza”.