A volte la vita diventa difficile per colpa di piccole cose. Che creano grandi problemi. Come girare la notte disperatamente nel parcheggio di un aeroporto trascinando il carrello dei bagagli perché abbiamo dimenticato dove, due giorni prima, avevamo lasciato la macchina. Ma la tecnologia, ci racconta Carlotta, a volte viene in aiuto dei distratti del mondo. Basta un piccolo investimento. Cosa sono poi dieci dollari, con il cambio favorevole?
di Carlotta Quadri
“Mammaaaaaaaaaaaaaaaaa, aiuto! Hai visto le chiavi della macchina???” “Sai dove potrebbero essere? Erano qui – sul mobile dell’ingresso – un'ora fa!" Spaccato di vita vissuta che sono sicura vi tornerà familiare.
Ho sempre pensato che bisognava inventare un portachiavi che suonasse per farsi trovare. Magari che bonariamente ci redarguisse anche un po’. Del tipo: “ Carlotta…” con voce metallica “sono qui, sotto il cappotto sul divano, come fai a non ricordarti mai dove lasci le cose?!?” Non l’ho mai trovato.
Ho sempre pensato che bisognava inventare un portachiavi che suonasse per farsi trovare. Magari che bonariamente ci redarguisse anche un po’. Del tipo: “ Carlotta…” con voce metallica “sono qui, sotto il cappotto sul divano, come fai a non ricordarti mai dove lasci le cose?!?” Non l’ho mai trovato.
Al suo posto ne ho trovato uno con una targhetta che recitava: “Chiavi che non ho ancora perso”.
L’ho subito adottato come mio portachiavi ideale ma in quanto a funzionalità lasciava a desiderare.
Oggi invece la tecnologia ci offre di ritrovare qualcosa che, pur essendo di dimensioni più imponenti rispetto ad un singolo mazzo di chiavi, sono sicura sarà capitato quasi a tutti di perdere almeno una volta. L’automobile.
Se lo raccontassimo ad un bambino di certo non capirebbe che agli adulti possa capitare di perdere qualcosa di così esageratamente grande, lui che al massimo non trova più le macchinine con le quali gioca, per poi recuperarle sotto il letto.
L’ho subito adottato come mio portachiavi ideale ma in quanto a funzionalità lasciava a desiderare.
Oggi invece la tecnologia ci offre di ritrovare qualcosa che, pur essendo di dimensioni più imponenti rispetto ad un singolo mazzo di chiavi, sono sicura sarà capitato quasi a tutti di perdere almeno una volta. L’automobile.
Se lo raccontassimo ad un bambino di certo non capirebbe che agli adulti possa capitare di perdere qualcosa di così esageratamente grande, lui che al massimo non trova più le macchinine con le quali gioca, per poi recuperarle sotto il letto.
Sono invece convinta che a tutti, chi più chi meno, escludendo da questa generalizzazione tutti quelli che si potrebbero immedesimare nel metodicissimo personaggio di Raniero, interpretato da Carlo Verdone nel film “Viaggi di nozze” (quello che rispondeva sempre al telefono dicendo no, non mi disturba affatto e aveva una tabella di marcia anche per quante volte andare in bagno al giorno) ecco, fatta esclusione di quelli che potrebbero riconoscersi in un personaggio del genere, agli altri potrebbe essere capitato più volte di non ricordare dove fosse parcheggiata la propria macchina oppure di non ricordare quanto mancasse allo scadere del tempo massimo di sosta consentito.
A questo proposito è dovere segnalare “ai miei simili” la rivoluzione tecnologica di ultima generazione. Il vademecum dello sbadato. Il re dei parcheggi degli aeroporti e dei centri commerciali. Il nuovissimo: “Parking Timer Keychain”.
La pubblicità di questo prodotto, vista su Internet, recita più o meno così: “Se anche a voi è capitato di non ricordare più dove abbiate parcheggiato l'automobile in uno dei numerosi centri commerciali delle nostre città, oppure se, per non correre rischio di multe, tendete a spendere in tagliandi per la sosta veri e propri patrimoni in monetine, ecco un gadget che fa al caso vostro: Parking Timer Keychain è molto più di un normale portachiavi, è dotato di un micro registratore per consentirvi di memorizzare il luogo esatto in cui avete lasciato la vostra automobile, evitando inutili perdite di tempo per cercarla negli affollatissimi parcheggi degli aeroporti o dei centri commerciali. All'interno del portachiavi è inserito un display che, una volta impostata l'ora di arrivo e la durata desiderata della sosta, vi ricorderà, anche con segnalazioni acustiche, quando il tempo di permanenza sta per scadere, consentendovi di raggiungere la vettura in tempo per evitare contravvenzioni. Lo si trova in vendita a circa 10 dollari. E' una grande comodità per chi vive in città”.
La pubblicità di questo prodotto, vista su Internet, recita più o meno così: “Se anche a voi è capitato di non ricordare più dove abbiate parcheggiato l'automobile in uno dei numerosi centri commerciali delle nostre città, oppure se, per non correre rischio di multe, tendete a spendere in tagliandi per la sosta veri e propri patrimoni in monetine, ecco un gadget che fa al caso vostro: Parking Timer Keychain è molto più di un normale portachiavi, è dotato di un micro registratore per consentirvi di memorizzare il luogo esatto in cui avete lasciato la vostra automobile, evitando inutili perdite di tempo per cercarla negli affollatissimi parcheggi degli aeroporti o dei centri commerciali. All'interno del portachiavi è inserito un display che, una volta impostata l'ora di arrivo e la durata desiderata della sosta, vi ricorderà, anche con segnalazioni acustiche, quando il tempo di permanenza sta per scadere, consentendovi di raggiungere la vettura in tempo per evitare contravvenzioni. Lo si trova in vendita a circa 10 dollari. E' una grande comodità per chi vive in città”.
Con l’avvento dei benemeriti (e da tutti noi tanto amati) “ausiliari della sosta”, converrete con me che sia quantomeno utile avere chi (in questo caso cosa) ci ricordi che sta per scadere il tempo prima che uno di loro spunti da una botola situata nel centro del marciapiede e ci faccia la multa. Oltre ad evitarci la fatica di girare per mezz’ora cercando invano l’auto (facendo i vaghi con le persone che ci guardano andarcene in giro per un parcheggio come se fossimo in un campo di grano), pretendendo di ricordare dove fosse, rischiando l’infarto pensando che ce l’abbiano rubata o pregustando già (se così si può dire) la lite che seguirà con l’ipotetico vigile che ce l’ha sicuramente rimossa ingiustamente, motivo per cui non vediamo l’ora di dirgliene quattro. Evitando di accettare che la causa del girare a vuoto sia la nostra mancanza di orientamento o la nostra sbadataggine.
Ho trovato inoltre che la commercializzazione del prodotto sia molto “politicamente corretta” non facendo riferimento all’utilizzo primario che ne farebbero ad esempio un paio (…ho detto un paio?) di personaggi di mia conoscenza che, una volta risvegliatisi la domenica con un mal di testa lancinante si ricorderebbero dove avevano abbandonato la propria automobile, dopo un sabato notte di bagordi, prima di barcollare incerti sino al portone di casa.
Ho trovato inoltre che la commercializzazione del prodotto sia molto “politicamente corretta” non facendo riferimento all’utilizzo primario che ne farebbero ad esempio un paio (…ho detto un paio?) di personaggi di mia conoscenza che, una volta risvegliatisi la domenica con un mal di testa lancinante si ricorderebbero dove avevano abbandonato la propria automobile, dopo un sabato notte di bagordi, prima di barcollare incerti sino al portone di casa.
Sono quindi felice di avervi reso partecipi di quella che per me è stata una rivelazione. Un miracolo della tecnologia. Piccoli passi verso quel portachiavi parlante che ho sempre sognato e che se ci penso ancora un po’ mi convinco sia il caso che corra a brevettare.
Non vi resta, a questo punto, che collegarvi con il sito "store" di Discovery Channel che offre in vendita il magnifico, originale, amichevole portachiavi.
Io non l'ho ordinato, naturalmente. Non si sa mai, non voglio rischiare di buttare soldi. Aspetto che lo facciano i miei lettori. Dieci dollari – anzi, 9,95 – lo so, per voi non sono niente. Fatemi sapere!