di Fabrizio Cuccu
L’anima nera, il ritmo e le sonorità dei popoli afro-americani, dopo la prima del 28 dicembre, vanno in scena ancora per due giorni con il gruppo Joyful Gospel Singers nella Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica di Roma per quest’edizione natalizia del Roma Gospel Festival.
I Joyful Gospel Singers vengono da New Orleans e propongono un repertorio di canti gospel, pezzi tradizionali natalizi e grandi successi come What a wonderful world, brano con cui il gruppo, sul palco romano, ha voluto rendere omaggio al concittadino Louis Armstrong.
Le voci profonde del gospel scaldano in fretta la sala insieme alla vivacità con cui salgono in scena gli artisti che, fin dal primo brano, iniziano a divertire, duettando e ballando con gli spettatori che si lasciano trasportare dal feeling “joyful” della band.
A fare il resto è la perfetta mescolanza di molteplici influenze di gospel tradizionale, contemporaneo e arrangiamenti vicini al jazz, prudentemente dosati e proposti con energia e palpitante condivisione.
Il Gospel che, tradotto letteralmente significa “vangelo” o “buona novella”, nasce, su spunto degli antichi canti spontanei che animavano le giornate nelle piantagioni di cotone degli schiavi d’America, come preghiera corale e partecipativa negli anni ’30 delle chiese afro-americane a stampo cristiano-metodista.
Dallo spiritual puro e semplice, questo genere conobbe poi un’evoluzione più complessa con l’aggiunta di basi ritmiche del Blues e Rhythm and Blues (R&B) diffondendosi al resto del mondo con sonorità calde e avvolgenti che, dall’ambiente religioso, si sono aperte anche a contesti più laici, coinvolgendo nel suo ritmo credenti, ma anche i laici più incalliti.
La musica dei Joyful Gospel Singers, attenta a portare all’attenzione dell’ascoltatore il Vangelo in una forma non solenne o austera, ma giocosa e festosa, ci è sembrata, di certo, coinvolgente e trascinante, caratterizzata da spiccate influenze Soul e R&B.
La spiritualità, quella intesa nel senso più ampio del termine, non di certo legata al cristianesimo in senso stretto, viene evocata dalle corde vocali del gruppo e si offre alla platea dell’Auditorium per commuovere gli animi e avvicinare alla bellezza del Natale invitando alla fratellanza dei cuori.
Durante il concerto, i Joyful Gospel Singers hanno reso – con questo spirito – omaggio anche a Leonard Cohen, cantando la celebre canzone Hallelujah, la cui esecuzione è stata affidata ad una delle coriste che ha cantato il brano in un crescendo di emotività capace di produrre emozioni e risvegliare la voglia di vivere l’intimità del Natale.
Anche gli arrangiamenti di brani tradizionali come White Christmas sono stati caratterizzati dallo scorrere leggero della melodia che ha caratterizzato il pezzo rinnovandolo nell’interno.
Le rivisitazioni gospel del gruppo Joyful scaldano l’Auditorium di Roma ancora il 29 e il 30 dicembre, in un imperdibile appuntamento con la voce della spiritualità natalizia romana. Se ascoltandoli non si può comunque tornare bambini, in ogni caso ci si sente più vicini allo spirituale che alberga tra le pieghe delle mille cose da fare in cui siamo impegnati noi adulti.