Da questo sondaggio si rileva che il 40,6% degli intervistati presta attenzione solo alla somma da pagare, disinteressandosi delle voci che compaiono nella bolletta dell’energia elettrica, mentre più elevata risulta l’attenzione dei consumatori per la fattura del gas (71%) ed il 69,3% è fiducioso dell’estratto contabile che l’amministratore del condominio presenta per il consumo dell’acqua. Ancora, il 72% degli intervistati ha anche dichiarato di avere delle difficoltà in ordine alla fornitura dell’energia elettrica di cui, un 49% per l’interruzione della fornitura ed un altro 23% per cali di tensione.
Tra i tanti dati, quello sulla trasparenza dei rapporti tra utente e società fornitrice è insufficiente. Nell’indagine è saltato fuori che solo il 10% utilizza i sistemi informatici e quindi, il 26% sa che si può accedere alla conciliazione coinvolgendo un’associazione di consumatori, il 21% ha risposto di essere a conoscenza dell’eventualità di un reclamo, al 5% è nota l’esistenza di una carta dei servizi: il tutto nell’ambito dei servizi idrici integrati. Ma al rimanente 90%: come si intende portarli a conoscenza? L’11% degli utenti di energia elettrica invece, ha presentato procedure di reclamo, ma l’86% di questi non è a conoscenza delle funzioni del proprio contatore elettronico ed il 12% non sa se è dotato di un impianto a norma.
«Sono elementi gravi – sostengono all’Adoc -. Le società devono fare in modo di spiegare periodicamente le funzioni del contatore e i rischi a cui si va incontro se non si possiede un impianto a norma». Si attestano intorno al 25% (una percentuale alta) i reclami che vengono inoltrati alle società di fornitura di gas metano. «Ciò che rende incontrollabile la situazione – per l’Adoc – è la quasi impossibilità di poter ricevere spiegazioni convincenti dai call center. Il fatto stesso, che le società dei servizi dilazionano nel tempo risposte e rimborsi, crea incertezze nei diritti, sfianca la resistenza dei consumatori».