EMERGENZA GUINEA CONAKRY

guinea

C'è un'emergenza in Africa di cui si parla poco: riguarda la Guinea Conakry. Non è la sola emergenza del continente, purtroppo, ma non è tra le meno gravi. Riceviamo e volentieri pubblichiamo un appello che ci hanno fatto pervenire alcune associazioni di volontariato attive in questo paese, confezionato in fretta grazie alle precarie comunicazioni telefoniche con abitanti di Conakry, ai pochi comunicati diffusi dalle maggiori agenzie di stampa e a notizie tratte dal sito www.aminata.com, che si consiglia di consultare per ragguagli più ampi e aggiornamenti.
 
a cura dell'Associazione di Volontariato La Svolta Umanista, e del coordinamento Emergenza Guinea
 

La Guinea Conakry, 10 milioni di abitanti, è un caso emblematico degli effetti del vecchio e del nuovo colonialismo.
Fonte molto importante di approvvigionamento di risorse naturali (ferro, bauxite, oro, manganese, diamanti, ecc), fu colonia francese fino al 1958, primo paese ad ottenere l'indipendenza. Fino a poco tempo fa costituiva, nonostante le misere condizioni di vita, un esempio di pacifica convivenza tra etnie e religioni diverse. Nel 1984, alla morte di Sekou Tourè, padre dell'indipendenza e pioniere dell'unione africana, un regime militare ha preso il potere arrivando a trasformare il paese nel 1993 in una Repubblica presidenziale governata dal generale Lansana Contè, oggi vecchio e malato, precipitando il paese verso una crisi politica, economica e sociale devastante. Attualmente il tasso di disoccupazione si attesta intorno al 75%, il reddito medio mensile del paese è di circa 20 euro, cifra del tutto insufficiente alla sopravvivenza, tenuto conto che i servizi di base sono tutti a pagamento. Questa situazione ha portato i sindacati (CNTG e USTG) a realizzare due scioperi generali nel mese di maggio e giugno 2006, durante i quali sono stati uccisi dalla polizia almeno 10 studenti.
Al termine delle rivendicazioni il governo ha assunto degli impegni che poi non sono stati rispettati e la vita della popolazione ha continuato a peggiorare.

Il 10 gennaio 2007
è iniziato in tutta la Guinea un duro sciopero generale a oltranza per il "ristabilimento dell'ordine democratico", con il blocco totale delle attività lavorative nel paese. Le proteste sono cominciate dopo che il presidente Conté, a dicembre, aveva ordinato la scarcerazione di Mamadou Sylla, l'uomo più ricco del Paese, e di Fodé Soumah, ex vice-governatore della Banca centrale, accusati di corruzione per essersi appropriati di quasi 17 milioni di euro di fondi pubblici. Lo sciopero a oltranza intendeva denunciare anche l'ulteriore aumento dei prezzi dei prodotti petroliferi e dei generi di prima necessità, insostenibile per una popolazione già estremamente provata, in uno degli Stati del mondo più poveri e arretrati dal punto di vista economico-politico, come dimostra il 160° posto nell'Indice 2006 di sviluppo umano delle Nazioni Unite.

Contè ha oggi 72 anni, è malato di diabete e di leucemia, le sue condizioni di salute continuano a peggiorare e sembra inoltre che non abbia neanche pensato, come è accaduto in Togo nel 2005, a un erede in grado di prendere le redini dopo di lui e contenere lo scontro per il potere.
Quella che si sta scatenando in Guinea, quindi, è una guerra per la successione in vista della sua scomparsa che potrebbe essere imminente. Per arginare la protesta Conté ha reagito mandando i reparti scelti della guardia presidenziale a sostegno delle forze dell'ordine che hanno disperso i dimostranti sparando ad altezza d'uomo e facendo numerose vittime. Elemento decisivo nel fermare le manifestazioni di protesta era stata, il 25 Gennaio, la promessa del presidente di nominare un nuovo Primo Ministro di consenso, gradito all’opposizione, con pieni poteri, come richiesto dai sindacati. L’accordo non è stato mantenuto e la nomina unilaterale di Eugene Camara, strettissimo collaboratore del contestato presidente è stata letta come un’ennesima provocazione che ha riacceso la protesta popolare. Manifestazioni e scontri sono stati registrati in varie zone della capitale Conakry, completamente bloccata da numerosi cortei in diversi quartieri della città. Scene di rabbia popolare sono state segnalate anche in altre località dell’interno del paese come Kouroussa, Boké, Pita, Nzerekore e Kankan.

Il 13 Febbraio un decreto dello stesso presidente, letto alla radio-televisione nazionale, ha dichiarato lo Stato d’assedio e la legge marziale su tutto il territorio, con un coprifuoco di 20 ore su 24 fino al prossimo 23 febbraio. Proibita ogni forma di assembramento, marcia, processione o manifestazione. Le forze governative hanno l'autorizzazione a controllare tutte le comunicazioni dei cittadini: verbali, telefoniche, via fax o e-mail. Per “evitare una guerra civile” si spiega nel provvedimento, la circolazione di “persone, veicoli o beni nelle località abitate sull’insieme del territorio nazionale è vietata dalle 6 del mattino alle 16 e dalle 20 alle 6 del mattino”. Speciali licenze sono state concesse, dopo pesanti pressioni da parte delle associazioni mediche e paramediche, alle organizzazioni umanitarie e alla Croce Rossa per permettere il soccorso ai feriti. E’ stato chiuso l’aeroporto, annullati tutti i voli internazionali (Air France, SN Bruxelles ecc.). La radio francese e molte altre emittenti locali hanno inoltre sospeso le trasmissioni. In seguito a questi provvedimenti l'Unione Europea in Guinea, in una dichiarazione diffusa il 14 febbraio, ha espresso una "forte condanna" della "sospensione effettiva dei diritti individuali e delle libertà fondamentali". Tale dichiarazione non ha però fermato la violenta repressione e lo stato di assedio cui è stata sottoposta la popolazione.

Il 14 febbraio una delegazione della comunità guineana di Francia, in rappresentanza del Coordinamento delle Associazioni Guineane di Francia (CAGF), ha presidiato il Parlamento Europeo per denunciare la drammatica situazione in cui versa il paese da gennaio ad oggi. Una seconda delegazione della CAGF il 16 Febbraio si è recata al palazzo del Festival di Cannes per informare il summit Francia-Africa ed i mezzi di comunicazione. E' stata proposta al Parlamento Europeo una risoluzione che preveda: la condanna per la presenza in Guinea di mercenari stranieri assoldati dal governo locale e per gli abusi da questi perpetrati nei confronti della popolazione civile; il voto di un intervento umanitario d'urgenza coordinato attraverso i canali dei sindacati locali e della locale società civile. La risoluzione, adottata il 15 Febbraio 2007, ha particolarmente sottolineato la necessità di una inchiesta, guidata dalle Nazioni Unite, sulla repressione e l'uccisione di civili durante le manifestazioni.

Il paese è sempre più nel caos ed in alcuni capoluoghi di regione il prefetto ed i governatori sono stati rimossi dalle loro cariche ed allontanati dalla popolazione locale. I morti ammontano già a diverse centinaia, e mentre stiamo scrivendo nella capitale si  spara. La popolazione civile è inoltre vittima di soprusi da parte delle forze armate: omicidi, stupri e furti, come denuncia Human Rights Watch, che ha interrogato vari testimoni nella grande periferia di Conakry. In questi ultimi giorni le forze armate, e specialmente la guardia presidenziale, si sarebbero recate di casa in casa, sfondando le porte ed impadronendosi di tutti gli oggetti di valore che si trovavano al loro interno, soprattutto i telefoni cellulari, le macchine fotografiche e il denaro, malmenando e talvolta ferendo e uccidendo chi si opponeva. Sempre secondo Human Rights Watch, si conterebbero almeno 22 omicidi e 3 stupri solo durante gli ultimi 5 giorni.

Anche il Papa, finora poco attento alle vicende del Paese, ha speso qualche parola per lanciare un appello "a percorrere la via del dialogo porti a superare la crisi". Ma è' importante e urgente che si mobiliti la comunità internazionale, Onu in testa, che quando c'è il petrolio di mezzo è così sollecita a mandare uomini e mezzi per ristabilire la democrazia, in qualche caso ad esportarla ex-novo. Noi umanisti mettiamo la nostra piccola voce, speriamo ne vengano altre con maggiore eco.

Chi vuole contribuire alle iniziative delle associazioni di volontariato impegnate nel coordinamento "Emergenza Guinea" può mandare offerte di aiuto attraverso questi canali:

Tramite BOLLETTINO POSTALE
N° C/C postale: 12182317
Intestato a: Banca Popolare Etica – Roma
Causale: 106311 Emergenza Guinea Conakry

Tramite BONIFICO BANCARIO

Intestato a:
Associazione di volontariato "La Svolta Umanista"
Via degli Equi, 25 – 00185 Roma
Cordinate bancarie:
BANCA POPOLARE ETICA – ROMA
C/C: 106311
ABI: 05018
CAB: 03200
Causale: Emergenza Guinea Conakry

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