Quanto può essere inquietante o addirittura spaventoso un teatro? Molto. Basta pensare a tutte le uscite, le botole segrete e i passaggi nascosti che di solito vi si trovano. Aggiungete poi storie di strani fenomeni, inspiegabili apparizioni o misteri irrisolti e il gioco è fatto. Questo il tema principale dell’innovativa rappresentazione scritta da Eduardo Aldan Non aver paura – E’ solo uno spettacolo in scena al teatro Ghione fino al 14 maggio.
Dopo aver ottenuto un grande successo in Spagna, Messico e Portogallo arriva per la prima volta in Italia una produzione che ha un duplice scopo: da una parte quella di sperimentare la messa in scena di uno spettacolo grandguignolesco, vero precursore dell’attuale cinema horror. Dall’altra, quella di interagire con il pubblico proiettandolo in uno stato di costante tensione psicologica e paura in un luogo normalmente ritenuto sicuro.
Il teatro Ghione si rivela una cornice perfetta per questo tipo di meta-esperimento. Lo stile vittoriano con il quale è arredato, il velluto rosso e i lampadari di cristallo ci proiettano da subito in un’ambientazione degna di una casa stregata. Dopo aver attraversato l’angusto corridoio adornato con inquietanti ritratti, ci accoglie una sala piena di fumo, in sottofondo suona una musica angosciante. Delle inquietanti maschere ci fanno accomodare.
Ad aprire la serata, è il carismatico Gianni Garko che vestirà con abile perizia la parte del maestro di cerimonia. Suo è il compito di traghettare il pubblico in quello che egli stesso definirà un vero e proprio esperimento scientifico sulla paura. Come in un classico film dell’orrore, gli spettatori si ritroveranno costretti a restare in teatro e resistere fino al termine dello spettacolo.
L’atmosfera ricorda quello di una vecchia conferenza di fine ‘800 nella quale lo scienziato mostra all’incredulo pubblico le proprie mirabolanti scoperte. In questo caso però è il pubblico stesso a prendere parte alla sperimentazione, facendo da cavia a quelli che saranno di volta in volta gli esperimenti su paura, terrore e orrore.
La narrazione del maestro di cerimonia sarà arricchita dalla riproduzione di alcuni filmati che serviranno anche a introdurre tre quadri, interpretati con entusiasmo da Claudia Genolini, Luca Basile e Yaser Mohamed. In ognuno di questi assisteremo alla messa in scena di vicende inquietanti legate a storie di paura. Filo conduttore del racconto è un incidente misterioso che coinvolge proprio il teatro Ghione, sul quale poi si svilupperà l’intera trama dello spettacolo.
La regia di Ricard Reguant è pulita e senza sbavature. La sceneggiatura affidata all’ormai veterano del genere Franco Ferrini funziona e scorre bene. D’impatto gli effetti sonori e visivi curati da Gianluca Ramazzotti, che riesce a ricreare un’atmosfera emozionante e ricca di suspense.
Uno spettacolo degno di nota quello scritto da Eduardo Aldan, che tenta di riportare in auge con innovazione e fantasia l’ormai dimenticato genere GrandGuignol parigino, famoso per la messa in scena di storie macabre e di fantasmi. In definitiva l’esperimento può dichiararsi ampiamente riuscito su tutti i piani.