Mi trovavo nell’Oceano Indiano, con la barca su uno scoglio.
Come è finito su uno scoglio?
Mi ci ha portato per errore il comandante maldiviano. E' andata bene solo perché il mare era calmo ed è stato calmo per tutti e nove i giorni in cui siamo rimasti su una barca senza timone e con il motore in avaria.
Immagino non debbano essere stati giorni molto tranquilli. Era lì per piacere o per lavoro?
Stavo lavorando al calendario del 2009. Lavoro? Piacere? Entrambi.
Domenico de Masi ha scritto che gli uomini più felici sono quelli che prendono il lavoro come un gioco e il gioco come un lavoro. Lei ha addirittura la fortuna di aver elevato a lavoro il suo gioco favorito.
Non sono d’accordo con De Masi, che pure stimo molto. Il lavoro e i problemi vanno affrontati seriamente. Se si affrontano come un gioco, poi bisogna essere disposti a perdere e a non dare peso alla sconfitta. Semmai siamo noi stessi che non andremmo presi troppo sul serio, non i problemi. Il mio “gioco favorito” è diventato “lavoro” con molto sudore e soprattutto dopo innumerevoli insuccessi. Tuttavia mi considero un privilegiato, perché ho potuto scegliere. Molte persone possono scegliere ma non se la sentono. Molte sono privilegiate ma non se ne accorgono.
Come ha cominciato ad appassionarsi alla vita degli squali e a fotografarli?
Ne subivo il fascino fin da bambino. Ho iniziato a fotografarli la seconda volta che li ho visti. La prima me la sono fatta sotto per la paura.
Com'è andata quella prima volta?
E' stato un incontro casuale. Non ho cercato lo squalo, è lui che mi ha trovato. Per lo spavento mi sono ferito contro uno scoglio affilato e ho cominciato a perdere sangue. Pensavo che mi avrebbe morso e ingoiato. Invece si è avvicinato, mi ha fissato e poi lentamente se n'è andato. Era bellissimo. In qualche modo mi ha “stregato”. Sono una vittima degli squali, anche se con me non hanno usato i denti.
E quand'è che ha deciso di trasformare questa passione in uno spettacolo?
E’ stato un percorso lungo venti anni, passando attraverso esperienze diverse: spedizioni, articoli, libri, filmati, mostre. Chi fosse interessato a maggiori dettagli può trovarli nel mio sito.
Qual è stato il suo spettacolo di maggior successo?
La mostra SQUALI che tra Roma – Palazzo delle Esposizioni – e Milano ha avuto oltre 300 mila visitatori e in certi giorni doveva intervenire la Polizia perché file troppo lunghe costituivano un pericolo per l’ordine pubblico.
Aver intrapreso un'attività di "impresario degli squali" è stato sicuramente un rischio. Maggiore o minore di quello che corre fotografandoli?
“Impresario degli squali” non me lo aveva mai detto nessuno, però un po' è vero. Li utilizzo con ruoli diversi: a volte sono modelli per foto, altre volte protagonisti in vasca, in racconti o in teatro. Sempre però credo di rendere loro un servizio facendoli conoscere e cercando di proteggerli.
Quali sono le precauzioni che prende quando si immerge alla loro ricerca?
Variano da specie a specie. Con la gran parte degli squali basta esperienza e rispetto. Certo poi i guai non bisogna andarseli a cercare. Girare sott’acqua con un pesce legato alla cintola è come portarsi dietro un cartello pubblicitario che dice “mordimi qui”.
Lei ha detto una volta che ha più paura degli uomini che degli squali. Lo pensa veramente o è solo una frase ad effetto?
Mi riferivo agli errori che possiamo fare io e le persone che in mare lavorano con me. Tipo perdermi, passarmi addosso con l’elica, affondare la barca.
Squali o uomini, ci sarà stata qualche occasione in cui in mare ha avuto veramente paura.
La volta che mi hanno perso mentre ero in mezzo all’oceano. Sono rimasto in attesa dei soccorsi per quasi nove ore. Iniziavo a perdere le forze e stava arrivando il buio. Non era paura ma vero e proprio terrore. La paura è una normale compagna di immersione, fa parte del gioco, direi che è preziosa perché aiuta a non sorpassare i propri limiti.
E paura degli uomini, in un viaggio lontano nel Terzo Mondo o magari nel garage sotto casa?
Direi di no. Mi fa molto paura invece l’ignoranza abbinata al potere.
Non me lo dica. Il momento più bello vissuto nella sua professione?
Il giorno in cui mi sono trovato in mezzo a una famiglia di capodogli: papà, mamma e un paio di figlioletti di sette, otto metri l’uno. Mi guardavano, li guardavo, ci studiavamo, ma nessuno sapeva bene cosa fare.
… il più brutto?
Quando dopo una spedizione in Australia in cerca dello squalo bianco, una casa di pellicole fotografiche mi perse quasi tutti i rullini che avevo mandato a sviluppare.
I fondali più affascinanti per un "cacciatore" professionale di squali?
Australia, Sudafrica, Bahamas.
… per un qualunque appassionato di immersioni?
Mar Rosso meridionale. Per un appassionato “non qualunque” invece, ma per uno smaliziato, la fascia tra il Canada e l’Alaska.
e per uno che ama semplicemente fare snorkeling?
Tutte le barriere coralline brulicano di vita, anche se sempre più raramente di colori. Bisogna però cercare anche le piccole creature e non solo i pesci più grandi, possono riservare bellissime sorprese.
Un consiglio per un lettore che volesse in un prossimo viaggio fotografare sott'acqua. Con quali attrezzature cominciare?
Molte digitali compatte di nuova generazione sono di grande qualità, un ottimo compromesso tra peso, costo, facilità di utilizzo e risultati, e quindi si possono utilizzare benissimo sott'acqua munendosi di una custodia impermeabile. Per quasi ogni macchina fotografica ce n'è una.
E per chi volesse perfezionarsi?
Serve una reflex, ma qui il discorso si fa più complesso perché poi occorre saperla usare bene.
C'è chi, come lei, ama gli squali e li cerca per fotografarli. Ma alcuni sono commestibili e c'è chi li cerca per ucciderli. C'è qualche pericolo per la sopravvivenza di queste specie?
L’80% delle specie di squali è in pericolo. Sono animali che impiegano molti anni per raggiungere la maturità sessuale e poi fanno pochi figli. Molte specie sono super-predatori e la natura non aveva previsto un super-super-predatore che li peschi su scala industriale.
Nella sua attività così a contatto con la natura ha avuto modo di scoprire negli ultimi tempi dei cambiamenti dell'ambiente, soprattutto nei mari?
In vent’anni il mare è drasticamente cambiato, in peggio. Il mare è la Cenerentola del pianeta perché occhio non vede, cuore non duole, ma oggi non possiamo più permetterci il lusso di continuare a sbagliare.
In questi giorni un'intera regione italiana è sommersa dall'immondizia. Ma stiamo spargendo sempre più rifiuti di tutti i tipi un po' dovunque anche nel mare, ha modo di accorgersene nelle sue immersioni o nei suoi viaggi?
Me ne accorgo eccome. Il filtro di una sigaretta resiste sott’acqua alcuni anni, una lattina di bevanda per decine d'anni. I veleni chimici viaggiano da un oceano all’altro. Spesso sott’acqua mi si stringe il cuore. Giorni fa con un amico abbiamo ripulito da immondizie una lingua di sabbia in mezzo all’oceano. Un gesto piccolissimo, un’ora di lavoro, ma dopo mi sono sentito bene.
Il suo lavoro può servire anche a richiamare l'attenzione sul mare e suoi suoi problemi?
Certo, quello che faccio è anche un modo per lanciare un messaggio, un grido di allarme. Le immagini che il mare ci regala oggi non saranno più disponibili tra qualche anno. Le meraviglie degli oceani stanno scomparendo. Le foto che faccio oggi, tra poco saranno come quelle vecchie cartoline in bianco e nero con le carrozzelle e le piazze di città senza macchine. Testimonieranno un mondo vivo e brulicante di vita che stiamo condannando a sparire. Per questo sento il bisogno di impegnarmi personalmente. Vorrei evitare che le mie figlie un giorno mi dicano “Papà, tu c’eri, vedevi, sapevi, perché non hai fatto nulla?”.
Lei scatta foto bellissime non solo di squali ma anche di altri animali marini, fondali corallini e altre particolarità del mondo subacqueo. Alcune di queste le inserisce in un calendario che invia ogni anno in omaggio a un gruppo ristretto di destinatari. Il calendario è anche in vendita?
No, è l’omaggio di una prestigiosa azienda e un pensiero per i miei amici.
Una cosa nella sua attività di cui va fiero, un errore di cui si pente.
Mi piace il mio cambiare continuamente. Mi pento di non avere imparato a suonare il pianoforte. Mi sarebbe piaciuto molto. A vent’anni avevo deciso di iniziare, ma anche a trenta e poi a quaranta…
Una cosa che avremmo dovuto chiederle.
Mi ha già fatto così tante domande. Anzi, una forse l'ha dimenticata: “se mangio il pesce”. Alcuni pesci sì, altri no. Non mangio i super-predatori tipo squali, tonno, pesce spada.
I suoi prossimi programmi di sub…
Per il 2008 balene in Atlantico, capodogli alle Azzorre e poi Sudan o Indonesia e una puntatina dal mio amichetto: lo squalo bianco.
… e di organizzatore di spettacoli.
Il 2008 è dedicato al mare sott’acqua, il 2009 chissà!
Un augurio per il 2008 per lei…
Non perdermi nuovamente in mezzo al mare.
….e per i nostri lettori.
Non rinunciare a seguire i propri sogni per paura di fallire. Meglio provarci e non riuscire che non provarci affatto.