In occasione del centenario dal viaggio che lo portò in Italia, arriva alle Scuderie del Quirinale fino al prossimo 21 gennaio 2018 la mostra Picasso – Tra Cubismo e Classicismo: 1915 – 1925.
Un viaggio tra le opere che hanno segnato la collaborazione in particolare del pittore spagnolo con il mondo del teatro e del balletto. Più di cento lavori di 38 prestatori provenienti da Europa, Sati Uniti e Giappone si fanno portavoce della ricerca di un maestro che ha segnato la storia dell’arte contemporanea e che, in questa veste, abbandonando i caratteri del Cubismo puro ha affrontato uno studio attraverso l’incursione e la commistione di più generi.
La mostra realizzata da Ales spa in collaborazione con MondoMostre Skira, che ne ha curato anche il catalogo, e allestita dallo Studio Selldorf di New York vuole essere l’immagine preziosa del contatto e della passione di Picasso per l’elaborazione del metodo del pastiche “nella sua voglia di un’arte che fosse al tempo stesso più moderna ma anche più primitiva – afferma il curatore Olivier Berggruen – interessandosi ancora più a tutti quei mondi ai margini della classicità, preferendo all’Antica Roma e al Rinascimento gli Etruschi, gli affreschi erotici di Pompei, le maschere della Commedia dell’Arte, la vita frenetica della Via Margutta del 1917 o quella dei vicoli di Napoli”.
Le dieci sale allestite offrono l’opera di Picasso nel periodo che va dalla Grande Guerra e fino al 1925, al suo incontro con Jean Cocteau, la collaborazione ai Balletts Russes di Djagilev, la realizzazione delle scenografie e dei costumi per i balletti Parade, Pucinella di Stravinskij, Mercure. Dal tardo cubismo dell’Uomo con caminetto alle opere romane quali Arlecchino e donna con collana o il ritratto della moglie e ballerina Ol’ga Chochlova; dalla maniera delle Tre donne alla fontana al Flauto di Pan dall’aspetto fortemente monumentale. E poi ancora lo scambio di lettere, cartoline, le fotografie che danno corpo alla permanenza italiana di Picasso, per arrivare fino alla realizzazione di Parade. Lo spettacolo ideato da Cocteau, andato in scena la prima volta nel 1917 a Parigi, vede la collaborazione del musicista Satie, del coreografo Massine e di Picasso che del balletto disegna scene e costumi.
Di questa esperienza troviamo in mostra l’enorme sipario esposto nella sala di Palazzo Barberini affrescata da Pietro da Cortona nella prima metà del ‘600: un’opera enorme lunga 17 metri e alta 11 che valorizza e rappresenta in tutta la sua maestosità l’esprit nouveau di Apollinaire volto a “consumare la sintesi delle arti, della musica, della pittura e della letteratura”. Qui Picasso in una sorta di metateatro per immagini, rappresenta il dietro le quinte dello spettacolo mostrando gli attori intenti a mangiare, mentre dall’altro lato compaiono una ballerina (la moglie Ol’ga) e lo stesso Picasso sotto le vesti di una scimmia; la cavalla alata che accoglie il piccolo invece si fa messaggio di pace in contrasto con le violenze della guerra. Interessante anche il video con cui assistere alla messinscena di Parade e Mercure e realizzare così con chiarezza la visione scenografica di Picasso.
La mostra Picasso – Tra Cubismo e Classicismo: 1915 – 1925 appare come il racconto di una fase compositiva forse meno nota ai più, ma nella quale l’analisi dell’artista sul proprio modo di concepire l’arte, l’interazione tra generi e aspetti creativi diversi, il desiderio incontrovertibile di andare oltre il già detto alla ricerca del nuovo prendono assoluto vigore.