Il surreale mondo della celebre opera di M.Bulgakov va in scena al Teatro Trastevere fino al 1 ottobre 2017 con un riadattamento teatrale scritto e diretto dalla giovane regista Nicoletta Conti.
Siamo in un bar qualsiasi. Un uomo d’affari (Danilo Fiorentini) si lamenta ad alta voce con un “invisibile” barista che si trova fuori scena. Da lì a poco farà la comparsa uno straniero di nome Woland (Daniele Di Martino) che si presenta come un esperto di magia nera. Per dimostrare la grandezza dei suoi poteri al nuovo amico, ne predice l’imminente morte che effettivamente avverrà subito dopo. Quest’oscura e ambigua figura altri non è che il diavolo arrivato in città per seminar scompiglio e paura.
Questo l’incipit dello spettacolo messo in scena dalla compagnia dell’associazione culturale Sipario su Roma che reinterpreta, in maniera appassionata e fantasiosa, il testo del celebre scrittore russo. Particolare e ambiziosa la scelta di utilizzare esclusivamente attori non professionisti che partecipano a questa produzione unicamente per passione.
In questo riadattamento le vicende si svolgono unicamente intorno al personaggio di Margherita (Greta Civitareale) che vive in depressione da quando ha perso il suo amore. Inutili e senza risultati gli interventi che l’energica amica del cuore Natasha (Francesca Termine) cerca di mettere in atto per farla destare dal suo malessere. Pur di ritrovare il suo amore scomparso, chiamato il Maestro (Daniele Termine), Margherita deciderà di stringere un patto con Satana in persona: dovrà fare gli onori di casa al gran ballo di gala organizzato dall’oscuro signore. A fare da contorno all’intera vicenda ci sono i tre fidi assistenti del demonio: il meticoloso assistente Korov’ev (Antonello Gualano), il criminale Azazello (Lorenzo De Angelis) e lo stravagante gatto Begemot (Giorgia Francozzi).
I personaggi si alternano sulla scena con un ritmo incalzante e appassionato manifestando, a volte, qualche leggera incertezza. In definitiva le atmosfere grottesche e surreali dell’opera di Bulgakov avrebbero permesso, probabilmente, un’interpretazione e una caratterizzazione dei personaggi un po’ più colorata ed intensa, ma essendo questa una delle prime produzioni dell’associazione, possiamo considerare l’ambizioso progetto riuscito.
Bisogna sottolineare, infatti, che riuscire a mettere in scena un testo così articolato, in poco tempo e soprattutto utilizzando unicamente il tempo avanzato dai i rispettivi impegni lavorativi non è un’impresa affatto semplice. Inoltre c’è da considerare un altro aspetto fondamentale: costituire una associazione di attori non professionisti significa de facto offrire un’alternativa creativa agli innumerevoli, e a volte improbabili, corsi amatoriali di teatro che ormai spopolano nella capitale.
Questo è l’esempio evidente di come il teatro possa essere, oltre che una forma d’arte e di comunicazione, uno strumento che ha il potere di unire le persone attraverso la passione di mettersi in gioco e la voglia di appartenere a un progetto comune. In bocca al lupo.