La cosa più importante (e la vera novità) è che questa volta alla proposta di “concordato per gli anni futuri” si unirà una proposta di “concordato per gli anni pregressi”, e cioè una specie di sanatoria (anche se il governo assolutamente esclude che si possa chiamare tale) per gli anni 2003 e 2004.
Anche nella nuova versione comprensiva dell’accordo retrospettivo – e non importa se si dovrà chiamarlo condono o concordato – non sembra che la nuova edizione del “patto” fisco-contribuenti possa riscuotere grandi successi. Secondo i primi giudizi espressi dalle categorie, infatti, la congiuntura poco favorevole rende difficile pensare di potersi impegnare per un periodo abbastanza lungo come tre anni, mentre la salvaguardia dagli accertamenti contiene troppi “buchi” per essere considerata affidabile.
Il rischio è che il concordato venga accettato solo da coloro che hanno poco da perdere e molto da guadagnare (imprese che prevedono forti incrementi dei ricavi, o che riescono a strappare condizioni molto favorevoli in sede di contraddittorio ovvero che hanno evaso alla grande e cercano protezioni dall’accertamento – sia pure limitate ma a basso costo) e rifiutato dalla massa dei contribuenti. Anche perchè ormai, diciamolo chiaramente, nessuno si spaventa più quando il fisco fa la faccia feroce. Una ventina di condoni offerti su piatti d’argento anche a chi non ne aveva bisogno hanno alterato forse per anni la propensione all’adempimento spontaneo. E le dichiarazioni del nostro premier e del suo Ministro dell’economia sul significato dell’obbligo tributario (visto non come il corrispettivo di servizi resi ma come una appropriazione indebita a danno del cittadino) e sulla liceità morale dell’evasione hanno lanciato segnali talmente chiari che solo un contribuente molto distratto poteva non cogliere.
La modificazione che tutto ciò ha indotto nel sentire collettivo possiamo coglierla da queste due tabelle in cui abbiamo provato a sintetizzare la cultura fiscale implicita nella nostra Costituzione (che si rifà alla Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino) e nelle dichiarazioni dei nostri attuali governanti.
ENUNCIATI | CONCETTI | MESSAGGI |
DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI DELL’UOMO E DEL CITTADINO (1789) Article 13 – Pour l’entretien de la force publique, et pour les dépenses d’administration, une contribution commune est indispensable; elle doit être également répartie entre les citoyens en raison de leurs facultés. COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA |
Stato come “amministratore di condominio”, fornitore di servizi essenziali per la comunità
Tasse come corrispettivo di servizi resi |
LE TASSE SONO INDISPENSABILI PER LA VITA DELLA SOCIETA’
PAGARLE È UN DOVERE SOCIALE E CIVILE |
A questa struttura concettuale, su cui è basato lo Stato moderno, il nostro governo ne ha sostituito un’altra estremamente dissonante.
ENUNCIATI | CONCETTI | MESSAGGI |
TREMONTI (2001 e 2005) "Non metteremo le mani nelle tasche degli italiani" BERLUSCONI (2002) "Gli operai che resteranno fuori dagli stabilimenti per alcuni mesi, ma che poi rientreranno, resteranno dipendenti Fiat e riceveranno dallo Stato un assegno pari all’80% del normale stipendio fino al giorno del rientro. Nel frattempo, i più volenterosi troveranno certamente un secondo lavoro, magari non ufficiale, dal quale deriverebbero entrate in più in famiglia". BERLUSCONI (2004) "Quando i cittadini vedono che lo Stato preleva più del 40% del loro reddito, il loro senso morale li spinge a cercare di eludere o evadere le imposte" BERLUSCONI (2005) "L’economia per fortuna va bene, il 40% è sommerso di cui non tiene conto l’Istat" BERLUSCONI (2005) "Noi non abbiamo messo le mani nelle tasche degli italiani" |
Le tasse sono un furto dello Stato ai danni dei cittadini
Il cittadino ha il diritto di stabilire quante tasse deve pagare Il lavoro nero è una risorsa legittima |
ASSUMETE LAVORATORI SENZA PAGARE CONTRIBUTI FINCHE’ POTETE
EVADETE TASSE E CONTRIBUTI COME MEGLIO VI E’ POSSIBILE |
Queste affermazioni ufficiali dell’uomo di Arcore e del suo genio della finanza lasceranno il segno per anni nella coscienza collettiva di questo paese. Chissà quanto lavoro ci vorrà per cancellarne le tracce. Intanto nessuno può meravigliarsi se quando il fisco si presenta con la mano tesa per stringere un patto fiduciario, i contribuenti facciano un passo indietro. O rispondano con dei gestacci.