E ancora si ride!
Ormai un classico, non solo il testo, ma anche lo spazio. Rumori fuori scena, di Michael Frayn, sarà al Teatro Vittoria fino al 23 dicembre.
E’ mezzanotte. Mancano poche ore alla prima e la compagnia strampalata di uno spettacolo altrettanto strampalato è alle prese con le prove…ma sono davvero in alto mare. Gli attori ancora non capiscono che si trovano in piena prova generale e non durante le prove tecniche come pensano: le battute saltano, sterili richieste di spiegazioni sulle intenzioni dell’autore affliggono l’ormai esaurito regista, entrate in scena niente affatto coordinate e specialmente il dramma: un piatto di sardine che transita dal palco fin dietro le quinte senza una regola, così come vorrebbe il copione.
E’ seguendo il dietro le quinte dello spettacolo, anche quando andrà rovinosamente in scena, che si ride fino alle lacrime, assistendo agli attriti nella compagnia, alle segrete liaison tra regista, attori e assistenti, alle gelosie nate da esilaranti equivoci e ai vizi da cui non ci si riesce a liberare e ciò che avviene mentre si tenta di portare avanti lo spettacolo.
La genialità di Frayn è ancora più impreziosita dalla straordinaria capacità che pochi hanno a realizzare questo testo e questi pochi si trovano sul palco del Vittoria a regalare divertimento.
Dopo oltre trent’anni di messe in scena è sempre più irraggiungibile la compagnia di “Attori & Tecnici” che vede tra i tanti la presenza storica di Viviana Toniolo, come di sempre è la regia dell’eccellente Attilio Corsini. Le musiche sono di un altro grande professionista quale Arturo Annecchino e le belle scene di Bruno Garofalo.
Come descrivere in poche parole una serata di queste al Teatro Vittoria? Si inizia ridendo e si finisce sbellicandosi. Non si possono avere delusioni quando tutto e tutti funzionano così bene da molti anni e dopo molti anni rinforzano la voglia di vederlo di nuovo sempre con massima soddisfazione.
“Rumori” al Vittoria ormai è religione: per chi non lo conosce deve rimediare un vuoto peccaminoso; per chi lo conosce deve farlo diventare meta di pellegrinaggio annuale.