(5.2.09) Dopo il voto dell'assemblea in suo favore continuerà tranquillamente a sedere in Senato un personaggio – si chiama Nicola Di Girolamo – di cui la magistratura romana, con una ordinanza molto argomentata del GIP che si può leggere qui, ha chiesto l'arresto in quanto aveva ottenuto l'elezione nelle liste degli italiani all'estero attestando falsamente di essere residente in Belgio. La Giunta delle elezioni del Senato aveva respinto la richiesta di arresto giudicandola eccessiva ma dopo mesi di indagini svolte anche con l'audizione di numerosi testimoni aveva giudicato anch'essa viziata da documenti falsi l'elezione del Di Girolamo e deciso all'unanimità – cosa abbastanza inconsueta – che la sua elezione era illegittima. Ma la maggioranza è stata di diverso parere.
A sorpresa il 29 gennaio l'assemblea del Senato, invece di approvare la relazione e formalizzare la revoca del Di Girolamo, ha approvato a ristretta maggioranza un ordine del giorno che sospende ogni decisione al riguardo subordinandola alla sentenza definitiva della magistratura. Il che – considerati i tempi della nostra giustizia – significa che un personaggio che su attestazione ufficiale dello stesso Senato ha conseguito falsamente l'elezione potrà continuare a godere per tutta la legislatura della carica, delle prerogative e degli emolumenti di senatore. Il fatto che nella circostanza si tratti di un senatore del Pdl non ha alcuna rilevanza, perché non è escluso che lo stesso non avrebbe potuto accadere con parlamentari di diverso colore. La gravità di questa vicenda coinvolge infatti tutto il Senato, nessun gruppo escluso, compromettendo in modo complessivo la sua credibilità. La vicenda Di Girolamo, con la falsificazione dell'iscrizione all'anagrafe, è il perfetto contrappunto alle falsificazioni delle votazioni ad opera dei parlamentari “pianisti”, che continuano furbescamente – come i giocatori delle tre carte a Porta Portese o alle Ramblas – a fare trucchi di bassa lega premendo il pulsante al posto dei colleghi assenti e alterando in modo fraudolento le decisioni delle Camere. E ci si domanda come in questo Paese si possa pensare di agire contro la criminalità e la corruzione quando proprio ai vertici delle istituzioni si fa sfoggio senza alcuna vergogna di un livello morale così deteriore.