Verità inventate nel sogno da fantasmi che fingono di essere vivi, o lo sono inconsapevolmente. L’Aventino torna ad illuminarsi fino al 12 agosto con la poesia di “Pirandelliana”, manifestazione dedicata al genio di Girgenti grazie al talento della compagnia teatrale “La bottega delle maschere”, diretta da Marcello Amici. Due le opere, tra cui “I giganti della montagna”, protagoniste delle splendide serate in uno dei luoghi più affascinanti di Roma.
Storie di personaggi erranti che portano con sé il peso della propria dolente narrazione, come se questa fosse un destino ineluttabile. Anime senza identità che non sia quella creata dalla propria tormentosa fantasia. Da quei sogni che la notte e la magia di una villa solitaria in una valle deserta tramutano in realtà, con l’ausilio di presenze e voci evocate dal sortilegio della recitazione.
“I giganti della montagna”, opera di Luigi Pirandello, va in scena nei giardini della Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio all’Aventino ogni martedì, giovedì e sabato fino al 12 agosto. L’occasione è quella regalata da “Pirandelliana 2018”, una delle manifestazioni più apprezzate dell’Estate Romana giunta alla sua XXII edizione. La compagnia teatrale “La bottega delle maschere” , diretta da Marcello Amici, fa rivivere con talento tutto l’incantesimo e lo struggimento di uno degli autori più importanti della letteratura italiana.
Gli Scalognati del Mago Cotrone sono creature bizzarre che si nutrono dei propri sogni non avendo altro con cui farlo, a causa dell’indigenza che, tuttavia, è accolta con serenità in quanto portatrice di libertà e leggerezza. Presenze metafisiche più che reali che accolgono, un giorno, una compagnia teatrale in disarmo il cui destino è strettamente legato ad un’opera sfortunata. Quasi che la vita stessa dei nuovi ospiti fosse maledetta non dall’insuccesso del testo ma dal dolore umano del suo autore, morto suicida per amore.
L’identità degli uomini diviene così un incantesimo lanciato dalla finzione del teatro, che plasma l’esistenza delle persone fino a far coincidere la maschera con tutto ciò che essa cela. Realtà e fantasia si fondono in un labirinto psicologico in cui le certezze su chi siamo davvero si perdono. Perché in fondo l’unica cosa che conta è chi pensiamo di essere nella nostra mente. O in quella altrui. “Pirandelliana” è un’esperienza da meditare tra malinconia e ironia, tra dramma e commedia. Nel pieno spirito del Maestro di Girgenti.