Fino al 25 novembre, Melania Giglio in scena con Mamo Adonà e Sebastian Gimelli Morosini, per la regia di Daniele Salvo, con Mimì in arte Mia Martini ci farà rivivere la vita della fantastica artista all’OFF/OFF Theatre
Tra gli angeli si snoda il racconto della vita di Mimì, angeli che sono scesi sulla spiaggia di Bagnara Calabra, terra natìa della cantante, angeli che la evocano per farla ritornare e per raccontare la sua solitudine, che quasi a segnare una natura insita fin da bambina, quando il padre faceva ripetizioni a degli studenti, la avvolgeva nella sua camera in cui intanto si esibiva davanti al suo cane Clito. Si racconta il momento in cui decide di ritirarsi per vivere un’altra vita più silenziosa e più comune…e l’ incidente con la macchina su una lastra di ghiaccio, un pianto iniziale prima, una risata liberatoria poi e il nuovo desiderio di tornare ancora sul palco. Tra le difficoltà da affrontare, l’intervento per i noduli alla gola che le ha dato una voce più grattata, evento che pure è riuscita a trasformare in arte.
Mimì che soffre per amore e per le voci che cominciano a girare sul suo conto e che quasi cerca di accettare perchè l’ambiente è fatto così e proprio la sua passione, una monomaniaca della musica secondo Fossati, l’ha portata ad andare avanti fino al suo ultimo giorno in cui le cedette il cuore. Mimì dagli occhi neri e i capelli e i neri pensieri, ci appare e colora la scena tutta bianca, formata da un telo nebuloso e dai chiari angeli interpretati da Sebastian Gimelli Morosini, quasi a rappresentare l’anima più cupa o pensierosa dell’artista e Mamo Adonà, unico soprano uomo in Italia, poichè le sue tonalità non sono date dal falsetto, ma dalla particolare conformazione della laringe (emozionante nel “lascia ch’io pianga” di Handel), che sembra essere l’anima più dolce, irrazionale, emotiva. Affascinanti i loro ruoli e l’interpretazione che ne danno i due artisti. Bravura ad alti livelli come sempre da parte di Melania Giglio, già una strepitosa Edith Piaf allo stesso Off/Off e che porterà di nuovo a gennaio al Teatro della Cometa. Voce profonda che non vuole copiare nessuno rischiando una macchietta, ma che interpreta rendendo proprio il personaggio e omaggiandolo con la sua capacità, anche se lo spettacolo non raggiunge i livelli del precedente.
Alcune scelte richiamano lo spettacolo su Piaf come il telo bianco, simbolo di ricordo o l’esibizione finale davanti al microfono, che potrebbero far pensare ad un filo conduttore, ad un interesse a portare in scena la storia di donne dalla vita densa in fatti ed emozioni, che quasi darebbe una direzione a questi due spettacoli della Giglio, senza restare due monadi in cui si nota solo un richiamo.
Magari rimarrà una speranza che abbiamo noi o almeno potrà essere un suggerimento alla già consolidata forza di Melania Giglio e Daniele Salvo di regalarci altro sul tema.
Mimì è stata sofferenza, ma trasformata in musica e ancora possiamo godercela per qualche giorno all’OFF/OFF theatre.