Minuta e sola al cospetto di trecento e passa medici e infermieri del Policlinico Umberto I, frangetta sbarazzina e vocetta un po’ chioccia ma impavida e ferma, Emma mi ha fatto suggerito l’immagine del biblico Daniele nella fossa dei leoni. Per carità, l’incontro è stato organizzato dal circolo Pd del Policlinico, molti dei suoi militanti e simpatizzanti erano presenti, gli stessi relatori che l’hanno preceduta, tra i quali il rettore della Sapienza Frati e l’assessore alla sanità della regione ancora in carica, Battaglia, si sono mostrati affabili, attenti, perfino deferenti. Ma tutti hanno adottato nei loro interventi il punto di vista di chi in qualche modo è chiamato a giustificarsi. Sapete, alla Sanità della regione Lazio è destinato circa il 70% del budget di spesa complessivo, 12 dei 19 miliardi disponibili. E ben 9 sono i miliardi di debito accumulati nel corso di questi ultimi 15 anni: che la Regione dovrà ripianare grazie a un mutuo che le costa 320 milioni di euro l’anno da pagare nei prossimi trenta. Quisquilie.
Bene, Emma Bonino ha risposto a tutti con una fermezza e un (apparente) candore impolitico a mio parere straordinari quanto efficaci. In buona sostanza esprimendosi così: alla prima Assemblea regionale, se eletta governatrice, sul come affrontare il tema della Sanità così drammatico e complicato io dirò cosa intendo fare, e lo dirò così. Dobbiamo mettere a punto e varare la necessarie misure per risanare e trasformare. Ma prima io intendo varare una operazione che ritengo necessaria e decisiva: una operazione di verità, di informazione piena e di trasparenza. E’ diritto dei cittadini sapere innanzitutto come si è arrivati a produrre quella montagna di deficit, chi l’ha provocata e come, e perché sono chiamati a ripagarla nei prossimi trent’anni. Tagliare indiscriminatamente, un po’ qui e un po’ lì, non serve a niente, se non si è preliminarmente proceduto a una radicale operazione di verità, informazione e trasparenza. La cattiva politica, tutta, non solo quella sanitaria, si combatte con una conoscenza e consapevolezza piena dei problemi, e con la definizione certa e chiara delle regole e delle procedure che si intende seguire, il che significa porre al bando segretezza, opacità, privilegio, arbitrio e arricchimento privato che spesso ne sono il vero scopo e il risultato.
Informazione piena, prevenzione tempestiva e accorta, servizi efficienti, verità e trasparenza: questi in sintesi gli assi della politica che Emma Bonino intende perseguire e praticare se eletta. Si tratta, a ben vedere, di una dichiarazione di metodo da adottare nel governo della cosa pubblica che, apparentemente ovvio e risaputo, per come stanno andando le cose nel nostro Paese si propone come straordinariamente rivoluzionario. Con un codicillo per nulla marginale e indifferente: se si riduce il tema della Sanità a una mera quantificazione di risorse investite in ospedali, cliniche, medici e infermieri, convenzioni con privati e posti letto, si alza un polverone che favorisce soltanto inefficienza, sperpero, asimmetrie e corruzione, e la battaglia per il risanamento e una gestione lungimirante e corretta è persa in partenza.
Insomma, Emma Bonino ha parlato della Sanità nel Lazio parlando in realtà di ciò che differenzia la buona dalla cattiva politica. Il tutto esposto con linguaggio semplice e pacato, essenziale, chiaro e determinato. Ricevendo alla fine applausi scroscianti e convinti. Ho immaginato cosa avrebbe detto o potuto dire in occasione analoga, in quella avvertita e competente “fossa dei leoni”, la candidata della parte politica avversa, e mi è venuto da sorridere. Aspetterò di sentirla.
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