Padri accecati dalla vanità e figli indegni. In un abisso di viltà e sete di potere, tuttavia, trova spazio anche la luce d’un destino benevolo. Il Re Lear in scena al teatro Eliseo fino al 2 febbraio regala, già nella prima del 21 gennaio, tutte le emozioni e la complessità dell’universo shakespeariano. Un dipinto sontuoso, per la regia di Andrea Baracco, nobilitato da attori magnifici. Su tutti un Glauco Mauri salutato dall’ovazione finale.
Lo splendore di uno dei templi della cultura a Roma ha accolto il 21 gennaio la prima di un Re Lear da ricordare. La magia nella recitazione, infatti, restituisce tutta la tempesta interiore scatenata dal testo. Fino al 2 febbraio il pubblico potrà lasciarsi trasportare nel dramma e nella follia di un’opera dall’animo cupo che, però, non spegne completamente la speranza in una possibile redenzione. O quantomeno in un lieto fine. Lo spettacolo, per la regia di Andrea Baracco e la traduzione di Letizia Russo, vede Glauco Mauri troneggiare non tanto sullo scranno di sovrano quanto come imperatore del palco.
Attorno a lui non una corte ma una squadra di attori straordinari, pienamente all’altezza di un testo in cui la tragedia delle miserie umane deflagra dall’animo di chi è chiamato ad interpretarla. La scena è dominata da un’incombente corona che, spada di Damocle, minaccia di calare sulla testa dei pretendenti come una condanna più che come benedizione e promessa di fortune. Nessuno, infatti, è degno di assumersi le enormi responsabilità che il governo porta con sé. Vigliaccheria, tradimento, arrivismo scriteriato sono il vulnus nello spirito di chi si contende la gloria.
Non solo i figli, però, si rivelano biasimevoli. Anche i padri, pur dall’alto del potere conseguito, sono ingenui e fragili. Travolti dal proprio ego. Una tenebra che appare senza fine. O forse no. Un barlume di luce può sopravvivere. Ma solo se il cuore dell’uomo riesce a resistere ad ogni sorta di colpo inferto dal destino e dalle meschinità umane. Assieme a Glauco Mauri con il suo struggente Re Lear, da segnalare la toccante interpretazione di Edgar da parte di Francesco Sferrazza Papa. Emerge infatti con forza tutto il dolore che sfocia nella pazzia e dilania l’anima del figlio del conte di Gloucester calunniato dal fratellastro Edmund, il bravissimo Aleph Viola.
Il Re Lear firmato da Andrea Baracco e Glauco Mauri all’Eliseo è un’occasione da non perdere per vivere un capolavoro assoluto in una cornice altrettanto unica.