Così, per amore o per forza, ci rivolgiamo di tanto in tanto ai veri “maghi” del computer, che padroneggiano linguaggi misteriosi, utilizzano funzioni assolutamente ignote, inseriscono qua e là frasi che a noi appaiono a dir poco esoteriche. Insomma, prima o poi ci capita di affidare il nostro oramai amatissimo PC alle cure di estranei.
Solitamente, tutto è bene quel che finisce bene, e il nostro amico elettronico, rinvigorito dalle cure e guarito dalle malattie, ritorna ad essere l’inseparabile compagno delle nostre giornate lavorative e non solo.
Ma non sempre.
Cronaca di un giorno qualunque: la mia linea ADSL, per la quale ho sottoscritto un regolare (e costoso) abbonamento Alice Flat con Telecom, smette improvvisamente di funzionare. Il PC non si connette alla rete. Esauriti i pochissimi tentativi che la mia scarsa conoscenza mi permette, chiamo il 187. Dopo un’attesa ragionevole, parlo con un’operatrice, che inizia a farmi domande molto tecniche alle quali, con non poco imbarazzo, devo ammettere di non saper rispondere. La signorina un po’ seccata (ma io da brava mamma penso che sono giovani assunti con contratti-capestro, pagati pochissimo e precari-che-più-precari-non-si può, e perciò perdono tutto) mi informa che sta provvedendo ad una verifica sulla rete. Ancora qualche minuto di attesa e il responso: “Signora, dipende da lei, la nostra rete funziona perfettamente”. Da me?? Che avrò fatto mai? Sbrigativa, la ragazza mi detta un numero di telefono: “contatti i nostri tecnici”.
Ubbidiente, chiamo il numero magico, e solo dopo numerosi tentativi riesco a parlare con l’essere mitologico, metà uomo e metà monitor, che mi fissa un appuntamento per l’intervento tecnico.
Emozionata come se si trattasse di una cena a lume di candela, aspetto con un po’ di trepidazione (ma con un pizzico di diffidenza – forse sarà l’età) il giorno fatidico.
Dopo una giusta attesa, non eccessiva ma sufficiente a farmi temere per il promesso rendez-vous, arriva “Lui”. Giovane, determinato, sbrigativo, efficiente, ha tutte le qualità per conquistarsi la mia fiducia… e difatti gli mostro, un tantino preoccupata, il mio PC, assente dalla rete ormai da dieci giorni (tanti ce ne sono voluti per ottenere l’intervento).
Dai suoi gesti decisi comprendo subito che si tratta di uno che “ne capisce”: le dita scivolano rapidissime sulla tastiera, si aprono finestre su finestre, mi rivolge domande a dire poco incomprensibili. Azzardo risposte generiche, come si faceva a scuola quando non ci si ricordava proprio nulla dell’argomento e si contava sul lampo di genio, o più probabilmente sul suggerimento giusto dal compagno del primo banco che cercava freneticamente sui libri, mi domando se posso chiedere l’aiuto da casa, ma che dici, sei a casa, e poi stai divagando, come al solito, concentrati e rispondi. Troppo tardi. Il tecnico mi ha già catalogata come imbranata irrecuperabile, si chiude in un silenzio sprezzante, io aspetto il verdetto.
Insomma, ho osato sostituire il modem Alice con un altro, un router wireless che consente la connessione alla linea ADSL anche dell’altro PC. Non mi sembra un crimine così grave, conosco molte distintissime persone che hanno fatto la stessa scellerata scelta, mi sento in buona compagnia. Ma… il tecnico, sempre con aria di compatimento, mi informa che “i router che vi comprate da voi, prima o poi si sprogrammano – ha detto proprio così – e smettono di funzionare. Adesso, le faccio vedere, con un altro dispositivo tutto torna a posto, e lei può nuovamente utilizzare la linea”.
“Pagata anche durante il periodo di mancato utilizzo”, penso io, ma lascio perdere. Effettivamente, ancora pochi gesti velocissimi e incomprensibili, e il PC si connette alla rete. Ha proprio ragione!
“Se vuole” incalza, “le posso fornire io stesso il pezzo mancante, ho un’attività in proprio di commercio di articoli per computer, che vuole, questo mestiere bisogna conoscerlo…”
“Già, bisognerebbe proprio conoscerlo” e penso rapidamente alle inchieste in cui alcuni giornalisti, dopo aver provocato a bella posta un danno di piccolissima entità, hanno messo alla prova idraulici, elettricisti, antennisti e altri sedicenti artigiani, documentando numerose sostituzioni di pezzi costosi ma perfettamente funzionanti.
Tanto basta per farmi scattare una serie completa di campanelli d’allarme.
Ringrazio frettolosamente e accompagno alla porta l’esperto.
Ritento il collegamento: niente, ma come è possibile, due minuti fa funzionava….
Chiamo rapidamente un altro tecnico, questa volta di assoluta fiducia: mio fratello.
Il risultato è sconcertante. Si scopre, prima di tutto, che il mio computer è crollato sotto gli attacchi di virus provenienti da tutte le parti del mondo, e dai quali non era sufficientemente protetto. Un buon antivirus aggiornato e il Pc ritorna a funzionare al meglio. Ma non è tutto.
La cosa veramente grave è che la scheda di rete è stata disattivata: in questo modo il PC non potrà connettersi mai e poi mai.
Il dubbio è legittimo: “chi” ha disattivato la scheda? Certamente non io, che ne ignoravo pure l’esistenza. Forse qualcuno cui premeva la vendita di dispositivi assolutamente inutili?
A pensar male, ripeto una frase celebre, si commette peccato, è vero, ma di solito ci si indovina.