USCIAMO DAL TELEVISORE….PARLIAMO DI TASSE IN CENTO CITTA’
CONFERENZA STAMPA DEL MELFI – Movimento per l’equità e la legalità fiscale Il Movimento per l’equità e la legalità fiscale – Melfi – ha rivolto un appello alle forze politiche in competizione in questa campagna elettorale affinché la prossima legislatura si impegni per costruire una politica fiscale più equa, che tuteli i redditi bassi e medio-bassi, favorisca gli investimenti produttivi anziché le rendite e metta fine al sistema dei condoni. Alcuni tra i promotori dell’iniziativa – Paolo Beni, presidente dell’Arci, Silvia Bonucci dei Girotondi, Giancarlo Fornari, direttore di contrappunti.info, Giulio Marcon, coordinatore di sbilanciamoci, Arianna Montanari, dell’Università La Sapienza di Roma – hanno presentato il programma di mobilitazione che il MELFI intende seguire non solo nell’immediato, ma anche nella prossima legislatura allo scopo di ontribuire all’attuazione dell’articolo 53 della Carta costituzionale ("Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività").
Al movimento hanno finora aderito importanti associazioni come Cittadinanza attiva, Lega Ambiente, Arci, Adoc, Adusbef, Federconsumatori, oltre a conomisti, docenti medi e universitari, lavoratori dipendenti e autonomi, professionisti, piccoli imprenditori. Hanno dato la loro adesione anche numerosi dirigenti sindacali tra cui Beniamino Lapadula e Marigia Maulucci
della Cgil, Adriano Musi della Uil, Pier Paolo Baretta della Cisl.
Introducendo l’incontro Giancarlo Fornari ha illustrato le principali ingiustizie dell’attuale sistema fiscale (favore per gli alti redditi e le rendite, incentivi all’evasione) mostrando alcuni dati da cui si vede quanto esiguo sia stato il guadagno fiscale dato dalla riforma Tremonti ai redditi medio bassi: con il primo modulo, in vigore dal 2003, un lavoratore dipendente con reddito di 26.000 euro ha avuto un risparmio annuo di 61 euro; un pensionato con un reddito di 13.000 un risparmio di 206 euro (17 euro al mese); un lavoratore autonomo con reddito di 28.000 euro un risparmio annuo di 35 euro. Con il secondo modulo, in vigore dal 2005, è stata sì ampliata la no tax area (o meglio, sono state trasformate le vecchie detrazioni familiari in deduzioni dal reddito), ma questo allargamento riguarda solo casi limite, cioè situazioni familiari difficili laddove ci sono molti carichi familiari) e neppure sempre. La vera operazione fatta con questo modulo è stata invece la notevole riduzione dell’aliquota fiscale a beneficio dei possessori dei redditi più elevati (ben 6 punti percentuali per i redditi tra 70 e 100mila euro, 2 punti percentuali per quelli sopra i 100mila euro). Un risparmio fiscale che per redditi tra i 00 e i 200.000 euro va da 2300 a 4.300 euro l’anno.
L’Arci aderisce con convinzione a questa campagna – ha sottolineato il Presidente Paolo Beni – perchè il fisco è uno dei nodi centrali da affrontare in uno sforzo di riforma morale e culturale del paese, che richiede la massima partecipazione non solo della politica ma anche dei cittadini singoli e delle associazioni impegnate nel sociale. Caduto il mito della riduzione delle tasse come volano per lo sviluppo, va ribadito il concetto che le tasse non sono un male in sé ma uno strumento positivo per il sostegno delle politiche di welfare e per il funzionamento efficiente delle istituzioni. In questo quadro la funzione redistributiva del fisco è un fattore di democrazia, di equità sociale e di sviluppo.
Anche per Giulio Marcon bisogna rilanciare l’idea di solidarietà e di giustizia delle politiche fiscali, attraverso una grande campagna culturale e di sensibilizzazione sociale. Invece che un No Tax Day, servirebbe un TAX JUSTICE DAY con al centro tre obiettivi: 1. una lotta seria all’evasione fiscale; 2. un cambiamento nell’imposizione fiscale ispirato ai criteri di
progressività fissati dalla Costituzione; 3. una tassazione adeguata dei proventi delle rendite finanziarie.
Il Melfi ha già avviato una serie di iniziative in tutta Italia che si svilupperanno nelle prossime settimane e che saranno comunicate sul sito contrappunti.info, attraverso il quale è anche possibile sottoscrivere il Manifesto programmatico del movimento.
CONFERENZA STAMPA DEL MELFI – Movimento per l’equità e la legalità fiscale Il Movimento per l’equità e la legalità fiscale – Melfi – ha rivolto un appello alle forze politiche in competizione in questa campagna elettorale affinché la prossima legislatura si impegni per costruire una politica fiscale più equa, che tuteli i redditi bassi e medio-bassi, favorisca gli investimenti produttivi anziché le rendite e metta fine al sistema dei condoni. Alcuni tra i promotori dell’iniziativa – Paolo Beni, presidente dell’Arci, Silvia Bonucci dei Girotondi, Giancarlo Fornari, direttore di contrappunti.info, Giulio Marcon, coordinatore di sbilanciamoci, Arianna Montanari, dell’Università La Sapienza di Roma – hanno presentato il programma di mobilitazione che il MELFI intende seguire non solo nell’immediato, ma anche nella prossima legislatura allo scopo di ontribuire all’attuazione dell’articolo 53 della Carta costituzionale ("Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività").
Al movimento hanno finora aderito importanti associazioni come Cittadinanza attiva, Lega Ambiente, Arci, Adoc, Adusbef, Federconsumatori, oltre a conomisti, docenti medi e universitari, lavoratori dipendenti e autonomi, professionisti, piccoli imprenditori. Hanno dato la loro adesione anche numerosi dirigenti sindacali tra cui Beniamino Lapadula e Marigia Maulucci
della Cgil, Adriano Musi della Uil, Pier Paolo Baretta della Cisl.
Introducendo l’incontro Giancarlo Fornari ha illustrato le principali ingiustizie dell’attuale sistema fiscale (favore per gli alti redditi e le rendite, incentivi all’evasione) mostrando alcuni dati da cui si vede quanto esiguo sia stato il guadagno fiscale dato dalla riforma Tremonti ai redditi medio bassi: con il primo modulo, in vigore dal 2003, un lavoratore dipendente con reddito di 26.000 euro ha avuto un risparmio annuo di 61 euro; un pensionato con un reddito di 13.000 un risparmio di 206 euro (17 euro al mese); un lavoratore autonomo con reddito di 28.000 euro un risparmio annuo di 35 euro. Con il secondo modulo, in vigore dal 2005, è stata sì ampliata la no tax area (o meglio, sono state trasformate le vecchie detrazioni familiari in deduzioni dal reddito), ma questo allargamento riguarda solo casi limite, cioè situazioni familiari difficili laddove ci sono molti carichi familiari) e neppure sempre. La vera operazione fatta con questo modulo è stata invece la notevole riduzione dell’aliquota fiscale a beneficio dei possessori dei redditi più elevati (ben 6 punti percentuali per i redditi tra 70 e 100mila euro, 2 punti percentuali per quelli sopra i 100mila euro). Un risparmio fiscale che per redditi tra i 00 e i 200.000 euro va da 2300 a 4.300 euro l’anno.
L’Arci aderisce con convinzione a questa campagna – ha sottolineato il Presidente Paolo Beni – perchè il fisco è uno dei nodi centrali da affrontare in uno sforzo di riforma morale e culturale del paese, che richiede la massima partecipazione non solo della politica ma anche dei cittadini singoli e delle associazioni impegnate nel sociale. Caduto il mito della riduzione delle tasse come volano per lo sviluppo, va ribadito il concetto che le tasse non sono un male in sé ma uno strumento positivo per il sostegno delle politiche di welfare e per il funzionamento efficiente delle istituzioni. In questo quadro la funzione redistributiva del fisco è un fattore di democrazia, di equità sociale e di sviluppo.
Anche per Giulio Marcon bisogna rilanciare l’idea di solidarietà e di giustizia delle politiche fiscali, attraverso una grande campagna culturale e di sensibilizzazione sociale. Invece che un No Tax Day, servirebbe un TAX JUSTICE DAY con al centro tre obiettivi: 1. una lotta seria all’evasione fiscale; 2. un cambiamento nell’imposizione fiscale ispirato ai criteri di
progressività fissati dalla Costituzione; 3. una tassazione adeguata dei proventi delle rendite finanziarie.
Il Melfi ha già avviato una serie di iniziative in tutta Italia che si svilupperanno nelle prossime settimane e che saranno comunicate sul sito contrappunti.info, attraverso il quale è anche possibile sottoscrivere il Manifesto programmatico del movimento.