(30.11.09) Nella votazione di ieri, come ricordano i nostri amici di Marianne, i cittadini svizzeri dovevano esprimersi su diversi referendum, tra cui anche una proposta di moratoria all'esportazione di materiale bellico da parte delle industrie svizzere. Questa richiesta è stata respinta da quasi il 70% dei votanti mentre contemporaneamente veniva approvato, con il 57,5%, il divieto della costruzione di minareti. Due voti che messi insieme la dicono lunga sulla mentalità dei “pacifisti” nostri confinanti. Si racconta che una volta Joyce, in visita a Zurigo, dopo aver sentito decantare fino alla nausea dai suoi accompagnatori la pulizia che regnava nelle strade della città, se ne uscì con questa predizione: “Se in questo paese non seminerete un po' di merda ci nasceranno solo gli orologi a cucù”. Forse ne hanno seminata troppa.
(30.11.09) Dopo l'annuncio di Castelli (“Per affermare la nostra identità cristiana contro gli infedeli metteremo il crocefisso nella bandiera italiana”) in alcune chiese le immagini di Gesù hanno versato lacrime. Bonolis e Laurenti, che si trovavano in Paradiso per le riprese dell'ultimo spot della Lavazza, hanno visto i santi vomitare. Ma Castelli non si scoraggia, sembra che abbia dato ordine a Borghezio di tradurre nel dialetto della Val Brembana tutte le preghiere del Rosario. Per assolvere l'ordine l'eminente leader leghista sta cercando di imparare a leggere.
(27.11.09) Forse solo qualcuno capace di investigare come Dostoewskij nei bassifondi dell'animo umano potrebbe capire perché mai uno come Marrazzo – per quanto, dicono, “cattolico fervente”, come no – abbia sentito il bisogno di scrivere al Papa per chiedergli perdono. Forse perché non si abbassa a chiederlo al parroco del quartiere? O perché ritiene, orgogliosamente, che i suoi peccati abbiano bisogno di assoluzioni al massimo livello? O forse perché così consigliato dai reverendi frati del convento in cui si trova, un po' tardivamente, in ritiro spirituale? Non si rende conto, il Marrazzo, che prima che al Papa avrebbe dovuto chiedere perdono ai tanti cittadini che lo hanno votato e che – ignari di tutto – avrebbero continuato a farlo? Non pensa di doversi far perdonare da tutti coloro che gli hanno dato credito in quei giorni in cui lui, con una faccia che definire di bronzo è farle un complimento, dichiarava "Tranquilli, è tutta una bufala?” Non si sente colpevole di fronte ai partiti che lo hanno messo in quel posto e che alle prossime elezioni, così sputtanati, non potranno fare altro che consegnare alla destra anche la regione? E intanto, potrebbe gentilmente farci sapere se in un soprassalto di dignità deciderà di destinare in beneficenza i due (2) lauti emolumenti regionali – soldi nostri – che non essendosi dimesso ma avendo solo presentato certificati di malattia ("stress", ma non fatelo sapere a Brunetta) continua a percepire come se niente fosse? Dopodiché, una volta ottenuto il perdono dal Santo Padre non vorrà gentilmente il Marrazzo, per decenza, fare in modo che per qualche tempo non si senta più parlare di lui? Da Rai Tre, dove dicono dovrebbe tornare, potrebbe farsi mandare molto, mooolto lontano?
RUTELLI, NON SI E' DIMENTICATO QUALCOSA?
(11.11.09) Caro Rutelli, abbiamo letto su Panorama che lei, prima di fare l'impegnativo passo di mettersi in proprio sul mercato ha voluto sentire il parere del cardinale Bagnasco, che l'ha paternamente incoraggiato. Forse sarebbe stato utile che avesse sentito anche il parere dei cittadini romani che lei ha amministrato per anni, magari salendo in una qualsiasi ora della mattina sul 714, un jumbobus che può contenere cento persone e nel quale, in condizioni vergognose, se ne ammassano trecento, considerandosi fortunate di essere riuscite a salire a forza di spintoni. Invece della pacca sulla spalla di Bagnasco si sarebbe preso trecento sputi in un occhio. Ma non è per questo che le scriviamo, sappiamo che lei frequenta più auto blu che mezzi pubblici e quindi non incorrerebbe mai, anche perché molto furbo, in una incauta situazione del genere, bensì per chiederle come mai si è scordato, distratto da tante importanti incombenze, di riprendersi la Binetti. E no! Lei ce l'ha data, caro piacioncello, lei ce la deve togliere. Torni indietro, la prenda per il cilicio e se la porti con sé, dovunque abbia intenzione di andare. Le perdoniamo tutto ma questo no. Non ce la lasci.
(30.10.09) In questa rubrica per solito trascurata perché ci obbligherebbe ad aggiornarla almeno tre o quattro volte al giorno (da ultimo, ad esempio, con i sindaci leghisti che tolgono o negano la targa al povero, eroico Peppino Impastato) non possiamo non inserire i senatori pensionati, che non avendo digerito a suo tempo il taglio operato ai privilegi a vita di cui fruivano, tipo biglietti aerei gratis e simili, adesso sono tornati a protestare perché ai loro colleghi della Camera non sono stati inflitti analoghi tagli. E' vero, non si può non sentire pena per questi poveri morti di fame che condividono il terribile destino della piccola fiammiferaia dei racconti di Dickens (o magari di Andersen, fate voi). E siamo pronti ad aprire una sottoscrizione tra i nostri lettori. Avanti, mandateci un po' di monetine.
(2.4.09) Padre Marcial Degollado, fondatore dell'associazione iper-cattolica Legionari di Cristo, accusato di pedofilia e abusi sessuali sui seminaristi da una quantità di suoi discepoli fu costretto, ormai malato, a ritirarsi solo nel 2006. Adesso che, dopo la sua morte, si è scoperto che aveva pure un’amante fissa e una figlia, il Vaticano ha promosso un'inchiesta sulla sua associazione. Per la pedofilia passi. Ma che avesse pure dei rapporti sessuali normali, questo è davvero inaccettabile.
(27.3.09) Visti i risultati del loro lavoro bisogna dare ragione una volta tanto a Berlusconi quando dice che i parlamentari non servono a nulla e stanno lì solo a fare numero. Lo dimostra il ridicolo esito delle discussioni sul testamento biologico, che hanno portato alla geniale scelta di approvare un testamento che non è un testamento – perché qualunque medico può tranquillamente decidere di non applicarlo – ed è quindi sprovvisto del minimo valore. Sarebbe come se uno scrivesse nelle sue ultime volontà che vuole lasciare un legato alla Croce Rossa e il notaio decidesse che deve andare al Fatebenefratelli e non può andare alla Croce Rossa. Perché? Perché no. Questo è il prodotto di quasi due anni di accese discussioni di senatori e senatrici: il nulla. Sarebbe curioso fare i conti di quanto ci è costato questo impegno prolungato dei nostri strapagati professionisti della non-politica. A questo punto diventa valida la proposta dell'Uomo di Arcore, rectius “Uomo della Provvidenza”: due capigruppo alla Camera e due al Senato bastano e avanzano. Almeno questa legge, per quello che serve, sarebbe stata approvata due anni fa, senza lungaggini e forse in una forma più chiara (Articolo Unico: “E' fatto tassativo divieto di compilare un testamento biologico. Nel caso venga comunque compilato il suo valore cogente è come quello del semaforo rosso a Napoli: un optional”). Come perfezionamento della riforma costituzionale si potrebbe prevedere che per tutte le materie bioetiche la competenza passi direttamente alla Conferenza episcopale, eliminando così il rischio che per qualche difetto di trasmissione la legge approvata dalle Camere possa non riflettere esattamente i desiderata dei Cardinali. E' la terza Repubblica, bellezze.
(20.3.09) Ci sono contribuenti particolarmente sfortunati che attendono inutilmente da più di dieci anni che ci si decida a rimborsare i loro crediti. Non potendo (o forse meglio “non volendo”) onorare il debito maturato nei loro confronti, in un soprassalto di dignità lo Stato aveva pensato di risarcirli almeno in parte prevedendo, dal 1° gennaio 2008, la capitalizzazione degli interessi: decorsi più di dieci anni dalla richiesta di rimborso le somme complessivamente spettanti (a titolo di capitale ed interessi) dovevano produrre interessi giornalieri ad un tasso definito ogni anno sulla base della media dei tassi applicati ai buoni del tesoro poliennali a dieci anni. Per il 2008, il tasso annuo era stato fissato al 4,41 per cento. Purtroppo la norma che prevedeva questo modesto beneficio è stata abrogata dal decreto anticrisi (D.L. 185/2009) a decorrere dal 29 gennaio 2009, data di entrata in vigore della legge di conversione. Era a quanto pare una spesa che la Casta, in tempi di crisi, non si poteva più permettere.
(11.3.09) C'è a Roma una brillante promessa della politica su cui bisognerà, come i mediatori sulle promesse del calcio, tenere gli occhi aperti. Si chiama Alessandro Onorato, è un consigliere comunale della capitale e ha fatto parlare di sé per il suo passaggio a sorpresa dal Pd all'Udc. Poiché il partito di Casini a Roma non aveva neanche un consigliere, ecco che l'onorevole Onorato è diventato in un sol colpo rappresentante e capogruppo di sé stesso. E come tale avrà diritto ai relativi appannaggi, a cominciare da automobile e telefonino di servizio, una sede di quattro stanze, sette collaboratori. Il tutto a spese nostre, ovviamente. Chi lo conosce ricorda le tappe della sua folgorante carriera, iniziata fondando un circolo di An, proseguita con le liste civiche, approdata infine al Pd. Con queste premesse è fin troppo facile pronosticargli un brillante futuro nella politica nazionale. Il nuovo adepto dei cattolici di centro – che ha spiegato di aver abbandonato il PD, dopo le dimissioni di Veltroni, “per motivi di coerenza” – ha meno di 30 anni. Così giovane e già così puttana.
(4.3.09) Gentile Signora, ci ha molto sorpreso, dobbiamo dirlo, vederla ritratta sul Giornale di ieri impegnata non già nella preghiera, nelle devozioni e nelle altre opere sacre alle quali lei, dopo essersi rassettato il cilicio, suole dedicarsi in tutti i momenti liberi della sua giornata. No, la foto la ritrae mentre è impegnata, durante una votazione al Senato, a premere con le sue sante dita due pulsanti, il suo e quello di un anonimo collega assente. Qualcuno forse potrebbe considerare negativamente il fatto che una come lei, che ha la pretesa di insegnare la morale ai peccatori, si abbandoni ad atti così squallidi come falsificare la votazione di una legge. Ma le cose vanno viste sotto un'altra dimensione. Come “Mano di Dio” fu quella con cui Maradona segnò uno storico goal agli odiati inglesi, così “Dito di Dio” è quello con cui lei combatte in Parlamento la santa crociata contro gli odiati laicisti all'insegna dei veri valori della fede. Del resto è noto che le vie del Signore sono infinite e che il fine giustifica i mezzi, come diceva San Tommaso. O forse Santa Chiara? O forse Benedetto XVI? Insomma, qualche santo lo ha sicuramente detto.
CHISSA' DOVE CONTA DI ANDARE TREMONTI
(16.12.08) Negli incassi che dovevano arrivare dai 17 condoni varati in pompa magna dal ministro Tremonti a fine 2002 ci sarebbe, secondo la Corte dei Conti, un buco pari a 5,2 miliardi. Ma anche se questa cifra fosse superiore alla realtà l'ammanco sarebbe egualmente importante. L'illustre tributarista ha introdotto una misura gravemente corruttrice della moralità fiscale e non è stato neanche capace di ricavarne le entrate che avrebbe dovuto assicurare. Adesso aumentando i poteri degli esattori conta di recuperarne alcune gocce, e cioè 300 milioni all'anno per i prossimi tre anni. Anche questa una chimera, come scrive oggi Il Sole 24 ore. Dopo la Caporetto morale in cui è precipitato il Pd – ora è comparsa anche Pescara – si dice che Veltroni abbia deciso di esiliarsi in Africa. In tanti sarebbero lieti di conoscere la destinazione di Tremonti.
(28.11.08) Sembra che il famoso, e costoso, impianto di riconoscimento digitale con il quale il Presidente della Camera voleva debellare la vergognosa pratica del pianismo non servirà a nulla perché l'identificazione sarà solo facoltativa. E già in molti – a cominciare dai rappresentanti della Lega e dell'Udc – hanno dichiarato che – “per motivi di privacy”, beninteso, non per altro – non si lasceranno identificare. Esemplare, per misurare il grado di civiltà di questi eletti dal popolo, la giustificazione del leghista Matteo Salvini: “Hanno rotto i coglioni sulle impronte ai Rom e ora vogliono le nostre”. “Il mio dito non l'avranno, non sull'inchiostro”. Una forte ipoteca per il primato nella classifica dei Senza Vergogna.
(6.11.08) Al primo posto nella classifica dei “Senza vergogna” sale il senatore di An Gasparri, che commentando le elezioni americane aveva detto che Al Qaeda dovrebbe essere contenta della vittoria di Obama. Dopo aver tentato inutilmente di ridimensionare la sua dichiarazione, per fortuna registrata, si è difeso affermando: “Non credo comunque che il presidente degli Stati Uniti sia molto preoccupato da quanto possa dire io”. Come dire, i ragli degli asini non arrivano in cielo. Per una volta, viva la sincerità.
(8.3.08) Il quadro della situazione elettorale spagnola descritto nelle interviste a fianco è stato dolosamente alterato da un vile omicidio degli indipendentisti dell'Eta. Possiamo solo sperare che questo atto di barbarie non danneggi ingiustamente le chances del premier Zapatero nelle elezioni di domani.
(25.2.08) "L'Avvenire", quotidiano dei vescovi finanziato dallo Stato italiano ha attaccato la candidatura di Umberto Veronesi nelle liste del Pd. Fin qui niente di speciale e inaspettato. Degno di nota invece il commento di Ignazio La Russa, che con grande finezza non ha trovato di meglio che fare dello spirito sull'età del grande oncologo: "E' una delusione scoprire che il professor Veronesi abbia scoperto a ottant'anni l'agone politico in alternativa ai giardinetti." Una prova che lo porta in testa alla classifica dei senza vergogna. E pensare che questo personaggio è in predicato per essere – se il suo partito vincerà le elezioni – il prossimo ministro della Giustizia. E' vero che succederà a Mastella, con rispetto parlando. Però dovrebbe esserci un limite alla caduta in basso dei nostri ministeri, chissà se il buon Napolitano potrà farci qualcosa. Ma forse sono questi gli "animal spirits" di cui aveva parlato.
Dismessa questa rubrica per eccesso di potenziali protagonisti, siamo costretti a riesumarla dopo l'exploit del consigliere comunale (leghista) di Treviso Giorgio Bettio, che ha invitato ad usare “metodi da SS” contro gli immigrati. Perfino “Il Giornale”, preoccupato che il centrodestra possa essere fatto passare per razzista, gli ha dato del cretino. Ma gli amici di Berlusconi fingono di ignorare che quello di Bettio non è il pensiero solitario di un cretino ma il sentire comune di buona parte degli alleati che loro si sono coltivati amorosamente. E adesso è troppo tardi per prendere le distanze dai Bettio e dai Borghezio. Per non parlare dei rigurgiti della Nuova Destra.
Se bisogna credere alla denuncia fatta dal sindaco di Firenze, ci sono consiglieri che approfittano del fatto che il presidente del consiglio comunale è quasi cieco per metterlo in difficoltà con comportamenti che con altri presidenti non si potrebbero permettere. Speculare sull'handicap, davvero l'ultima frontiera dei "senza vergogna" della politica.
Era la fine di febbraio quando denunciammo in un articolo i pietosi difetti del costosissimo portale del turismo italia.it, concepito da Stanca ma inaugurato in pompa magna da Rutelli e Prodi. A otto mesi di distanza si è appreso che "o bello guaglione", dopo avere ottenuto il parere di una Commissione di studio (ma gli serviva una Commissione per capire quello che qualunque ragazzino smanettone poteva spiegargli?) abbia proposto di chiuderlo. Ma anche dopo questa richiesta lo scandaloso portale è sempre lì, con gli stessi ridicoli difetti, testimone della incapacità di questa classe politica di produrre qualche cosa di meno che indecente. Dovremo aspettare altri otto mesi per vedere chiuso questo sputtanamento planetario del nostro paese?
Eravamo stati indotti a sospendere la rubrica dei “Senza Vergogna” causa eccesso di episodi ma siamo costretti a riesumarla dopo aver letto le dichiarazioni di Storace a proposito del voto del premio Nobel e senatrice a vita Rita Levi Montalcini. “Le porterò a casa un paio di stampelle”, ha minacciato Starace – pardon, Storace – risparmiandole, bontà sua, il manganello e l'olio di ricino. Tra squilli di “Faccetta nera” il vecchio arnese del neo-fascismo sale trionfale sul podio più alto dei Senza Vergogna.
Valentino Rossi ha dato forfait all'ultimo momento ad un convegno cui doveva partecipare all'interno del meeting di Comunione e liberazione, deludendo i molti giovani che per ascoltarlo avevano fatto file anche di tre quarti d'ora. Forse era andato a pagare le tasse.
Al terzo posto della settimana rientra nella classifica il sindaco di Montalto, che nel pieno delle polemiche conseguenti alla sua improvvida scelta di finanziare a spese del Comune la difesa di presunti violentatori aveva smentito di aver dato della “talebana del c…o” all'on.le, anch'essa DS, Finocchiaro. Peccato che esista una registrazione della frase pronunciata dal sindaco in pieno Consiglio Comunale tra gli applausi della sua claque, che mettiamo a disposizione dei lettori. Al secondo posto un altro rientro, l'illustre Presidente della Camera Bertinotti, che si è ben guardato dall'assumere le sue responsabilità nella brutta storia delle esternazioni su Treu e Biagi fatte da Caruso, una "mina vagante" della sinistra no-global che lui furbescamente aveva voluto portare in Parlamento. Al primo posto, a furor di popolo, “il dottore”, ossia il laureato ad honorem in scienza delle comunicazioni nonché pluricampione Valentino Rossi, che non si contentava di fare evasioni ed elusioni al 50%, come fanno più o meno tutti gli italiani non a reddito fisso. Lui le faceva al 100 per cento, un vero primato mondiale, altro che motociclismo. La prossima laurea ad honorem gliela daranno in Scienza delle finanze.
Sesso e cocaina con due prostitute all'Hotel Flora, minimo duemila euro per la notte a luci rosse di un parlamentare Udc finita con una ragazza in ospedale? Poverino, lo scusa il suo segretario Lorenzo Cesa, si sentiva solo. Diamogli un altro po' di soldi per ricongiungerlo con la moglie, così i suoi problemi di sesso saranno risolti. Certo la risposta giusta a un problema serio, si merita cinque punti e il primato assoluto – finora – nella classifica dei Senza Vergogna.
Entrano in classifica questa settimana (ma le candidature sono così numerose che la rubrica potrebbe diventare quotidiana) due docenti siciliani: la prof che ha invitato un suo studente a non venire più a scuola perché gay, e il professore che ha intimato ai genitori di una ragazza “fatta oggetto di numerosi tentativi di palpeggiamento” di “controllarne l'abbigliamento”. Niente contro i palpeggiatori: il mascolo, si sa, è cacciatore, e la donna, sin dai tempi di Eva, è la tentatrice, sua è la colpa di stupri e violenze, il Dna siculo-biblico (non siculo-pakistano, come crede Amato), è tutt'altro che sradicato nei nostri climi.
Al primo posto, tra rullo di tamburi e squilli di tromba, Sergio De Gregorio, limpida figura di politico senza vergogna, che si è fatto eleggere senatore dal centrosinistra e presidente della commissione Difesa dal centrodestra e poi si è federato con Berlusconi, dal quale (si scopre) ha avuto una elargizione di 300.000 euro. Prezzo del suo voltafaccia? Ma no, assicura imperturbato: “un premio per il buon lavoro svolto per organizzare le liste degli Italiani nel Mondo”.
Questa settimana la classifica degli spudorati vede ai primi tre posti: il parlamentare di cui ha parlato Corrado Augias nella sua rubrica di Lettere a Repubblica, che si fa accompagnare in palestra con l'auto blu, e mentre fa le flessioni autista e uomini di scorta lo aspettano fuori. Peccato Augias non ce ne abbia detto il nome. Al secondo posto, in blocco, i Vip di Cortina che hanno votato per il passaggio del Comune alla provincia di Bolzano, in modo che la loro amministrazione possa avere più soldi. Magari così gli potrà ridurre l'Ici, poverini. Al primo posto non può non esserci, a furor di popolo, il sindaco Ds di Montalto di Castro, che invece della vittima finanzia i presunti stupratori (tra cui il nipote). Davvero il massimo.
Motivazioni
Merita il terzo posto Gustavo Selva, che usa l'ambulanza come un taxi. Travolto dallo scandalo aveva annunciato le dimissioni, ma poi ha cambiato idea perchè "i cittadini mi invitano a restare"… Complimenti.
Al numero due il pregiudicato Cesare Previti, che continua a percepire lucrose indennità di deputato nonostante sia stato dichiarato decaduto dai pubblici uffici. Fosse meno miserabile non avrebbe atteso le lunghe procedure parlamentari per estrometterlo ma si sarebbe dimesso spontaneamentei, o avrebbe quantomeno rinunciato alle prebende o magari destinato le stesse in beneficenza. Ma allora non sarebbe Cesare Previti, l'avvocato di fiducia del Cavaliere.
Tra squilli di tromba il vincitore della settimana: Clemente Mastella, che come Ministro della Giustizia ha invitato i magistrati a controllare con il massimo rigore le procedure del referendum elettorale, che se vincente metterebbe a rischio la sua poltrona di capo partitino e comunque gli toglierebbe il potere di ricatto. E' un caso esemplare di "interesse privato in atti d'ufficio", roba da vergognarsi… Ma se se ne vergognasse, non sarebbe Mastella.