Certo sarebbe stato meglio imporre l’applicazione del decreto Bersani. Ma diamo atto all'impegno del Governo Berlusconi per aver affrontato la spinosa questione dei mutui a tasso variabile, sottoscritti da 3,2 milioni di famiglie su 3,5 milioni di contraenti (91%) per precise responsabilità e cattivi consigli delle banche, aduse a reiterate violazioni di legge con il concorso di Bankitalia. E’ quindi un'inversione di tendenza rispetto al precedente Governo, che aveva sbandierato lenzuolate di liberalizzazioni fasulle, dalla simmetria dei tassi alla eliminazione della commissione di massimo scoperto (che ancora grava sui prestiti in misura del 4,37% l'anno in aggiunta al tasso, nonostante la Cassazione l'avesse annullata), a surroga e portabilità dei mutui, restate lettera morta per l'omessa vigilanza di Bankitalia e la stessa tolleranza di ministri e vice-ministri economici del Governo Prodi, troppo amici delle banche.
Quindi dobbiamo dare credito a banche ed Abi che propagandano risparmi di 850 euro l'anno?
Queste delle banche sono solo vergognose frottole per i creduloni, perché tali presunti risparmi saranno messi in coda alle rate, maggiorate di salati interessi (i prestiti nostrani sono già gravati da tassi più elevati di uno 0,70% secco rispetto alla media europea, essendo attestati in Italia al 5,79%, nell'Ue al 5,09%). I risparmi teorici di 850 euro l'anno, fumo negli occhi per gli allocchi, sono del tutto campati in aria per effetto dell'allungamento della durata del debito, gravato da interessi variabili legati all'IRS e fino alla copertura del debito residuo, ossia capitali ed interessi, che porteranno a 23-24 anni un prestito originario di 20 anni. E’ uno spot ben riuscito del governo, che con tale operazione riesce anche a fidelizzare la clientela delle banche.
Lei è stato eletto nel Veneto come capolista dell'Italia dei Valori. Può darci un'opinione sulla sua esperienza di queste prime settimane al Senato?
In questi primi giorni sono intervenuto sia sulla fiducia al Governo Berlusconi, che non abbiamo votato, che sul prestito ponte di 300 milioni ad Alitalia, che abbiamo approvato anche noi dell’Italia dei Valori per senso di responsabilità. Avendo frequentato sia la Camera che il Senato da una ventina di anni e contributo alla stesura di alcune proposte di legge, dalla trasparenza bancaria (154/92) alla legge sull’usura (108/96), dai fondi dormienti delle banche (2006) alla class action (2007) solo per ricordare quelle più importanti, sono stato sfiorato da una piccolissima emozione durante il primo intervento su questioni concrete (mutui,carovita, potere delle banche, derivati avariati rifilati ad enti locali ed imprese, ecc.). Continuo comunque a fare le stesse cose di prima, a prendere gli stessi mezzi pubblici (autobus e metro per andare al lavoro), a rispondere direttamente ai telefoni dell’Adusbef, anche per non prendere cattive abitudini.
Durante la campagna elettorale, a quanto ci risulta, Lei ha trovato in Veneto, anche tra gli elettori intenzionati a votare a destra, una grande sensibilità per i temi della difesa del cittadino-consumatore e le altre importanti battaglie che da anni con l'Adusbef Lei sta portando avanti. Al Senato e tra le forze politiche in genere ha notato una analoga sensibilità?
Lo confermo, ho girato in lungo ed in largo il Veneto in quaranta giorni di campagna elettorale dopo aver accettato l’invito di Di Pietro a candidarmi come indipendente nell’Italia dei Valori ed ho scoperto che il popolo del nord che ha votato in alcuni casi con percentuali del 35-40 per cento la Lega, chiede le stesse cose care agli altri cittadini: legalità, meno sprechi, regolamentazione dei flussi migratori, sicurezza. Sbaglia chi crede che in queste richieste popolari ci siano dei contenuti razzisti.
Bisogna aprire un dialogo vero e costruttivo con gli elettori della Lega. Ho trovato nel Nord Est tantissime brave persone che mi hanno dato una accoglienza straordinaria: dal sindacato di polizia ai contadini, ai trasportatori di Venezia, agli operai delle fabbriche del ricco nord est, agli immigrati integrati che guadagnano 1.300 euro al mese e pagano 900 di mutuo, ai pensionati arrabbiati con la sinistra salottiera e che con la morte nel cuore non sono andati a votare, agli amici di Beppe Grillo, che hanno documentato alcuni dibattiti sulle banche ed i prodotti derivati. Ho riscontrato una grande attenzione alle ragioni e ai diritti dei consumatori ed il rispetto più assoluto per le battaglie che ho condotto in questi anni contro le banche e gli altri potentati economici. Assieme ad Eugenio Benetazzo, un ragazzo di trenta anni esperto di borsa e di finanza che aveva previsto gli scenari macroeconomici poi accaduti, Rosanna Sapori, una brava giornalista con la schiena dritta di Telenordest, Lucio Spollon, segretario del Coisp (Sindacato di Polizia) ed altri amici, abbiamo tenuto conferenze su banche e risparmio fino all’una di notte a platee attente ed affollatissime. L’unico attacco – ma l’avevo messo in conto – l’ho avuto dalle banche.
Quale può essere sotto questo punto di vista il bilancio di queste prime settimane di vita parlamentare?
Il mio primo discorso nell’aula del Senato sulle questioni concrete, sembrava di un marziano. Chi mi conosce sa bene che la mia è stata una storia che viene dalla sinistra. Ho citato la questione morale di Enrico Berlinguer ed il discorso sul Pil a Dallas di Robert Kennedy nel 1968, poco prima di essere assassinato. Ho ricordato l’etica protestante e lo spirito del capitalismo di Max Weber, per rimarcare l’intreccio tra politica, economia, affari.
E quale accoglienza ha ricevuta dalle altre forze politiche?
Se devo essere sincero, ho trovato una maggiore accoglienza, che non mi sarei mai aspettato, da chi oggi rappresenta la destra e ha vinto le elezioni.