Lasciando ogni banale considerazione di opportunità circa il fatto che una così alta carica dello Stato nel campo della giustizia intervenga come parte privata in un processo penale – abbiamo ai vertici del governo una persona che ha il primato mondiale dei conflitti di interesse, in questo campo tutto quindi è lecito – ci poniamo soprattutto una questione pratica. Mentre lei “ridipinge a colori” gli ambienti del delitto di Perugia come può occuparsi, a Roma, dei problemi forse altrettanto delicati della sua carica? E se si occupa come sarebbe necessario dei problemi della carica come può dedicarsi alla colorazione degli ambienti del delitto a Perugia?
Il problema si pone anche dal punto di vista dei compensi: o sono ingiustificati, almeno in parte, i lauti emolumenti che lei riceve per la sua alta carica o è ingiustificato, almeno in parte, il lauto onorario che lei presumibilmente riceve per la sua attività professionale. Di quest'utimo, ovviamente, nulla ci importa. E del resto siamo certi che lo stesso zelo che lei sfoggiò nella difesa dell'imputato di collusione con la mafia Andreotti sia abituata a mostrare in tutti i suoi impegni professionali.
Ma proprio per questo – non essendo lei ubiqua, visto che Perugia tra l'altro non è proprio vicinissima a Roma e tenuto conto che anche la sua giornata lavorativa non può avere dimensioni extraumane – siamo preoccupati per il suo impegno come Presidente della Commissione Giustizia. E saremmo anche curiosi di sapere come ha risolto il problema dei suoi compensi parlamentari.
Ci sembra, se Lei permette, che esprimere queste curiosità sia un nostro diritto di cittadini: specie considerando che in circostanze analoghe uno qualunque dei fannulloni di Stato tanto vituperati dal suo compagno di schieramento Brunetta sarebbe costretto – se non vuole essere esposto a una pesante sanzione disciplinare e, in prospettiva, al licenziamento – a chiedere di passare a un rapporto part time subendo una forte riduzione dello stipendio. Saremmo lieti di sapere se Lei, mentre si occupa di strategie processuali a Perugia, ha rinunciato a percepire per intero i suoi emolumenti parlamentari. Se così fosse, la cosa le farebbe onore, e saremmo lieti di darne notizia ai nostri lettori. Ma in caso contrario ci sembra che dovrebbe sentirsi moralmente un po' a disagio. O forse no? Le saremmo grati, illustre Onorevole, se volesse chiarirci gentilmente il suo punto di vista su questa situazione.
Cordialmente Suo, Giancarlo Fornari
Roma, 11 febbraio 2009