Una classifica che vede al primo posto, nella serie A, la Lazio di Lotito, con oltre 148 milioni tra debiti scaduti e sospesi, seguita a distanza, in un singolare derby, dalla consorella Roma (65 milioni) e poi via via da Parma, Reggina, Chievo, Messina. Un buon ottavo posto (oltre 7 milioni e mezzo di debiti) anche per il Milan di Galliani e Berlusconi…
Nella B, al top dei debiti il Torino e il Catania. All’opposto, altro buon esempio per tutti, il Vicenza: neanche un centesimo di debiti.
In totale, l’insieme delle società calcistiche di A, B e C risulta scoperto verso l’erario per un totale di oltre 630 milioni e 762.000 euro. Una minimanovra fiscale.
DEBITI FISCALI DELLE SOCIETA’ DI SERIE A – Situazione al 1° giugno 2005
SOCIETA’ DEBITI SCADUTI E SOSPESI
1 Lazio 148.872.706
2 Roma 65.575.147
3 Parma 62.154.885
4 Reggina 15.633.967
5 Chievo 14.522.416
6 Messina 10.380.463
7 Siena 9.350.879
8 Milan 7.561.638
9 Palermo 523.926
10 Sampdoria 226.138
11 Cagliari 64.697
12 Inter 28.031
13 Livorno 7.071
14 Juventus 991
15 Treviso 636
16 Udinese 75
17 Ascoli 0
17 Empoli 0
17 Fiorentina
17 Lecce
TOTALE 334.903.666
DEBITI FISCALI DELLE SOCIETA’ DI SERIE B – Situazione al 1° giugno 2005
SOCIETA’ DEBITI SCADUTI E SOSPESI
1 Torino 15.417.407
2 Catania 14.587.620
3 Verona 9.163.505
4 Brescia 6.808.017
5 Crotone 4.871.846
6 Catanzaro 1.386.822
7 Avellino 939.972
8 Cesena 728.623
9 Cremonese 521.318
10 Pescara 517.883
11 Ternana 379.436
12 Bologna 174.154
13 Bari 36.742
14 Atalanta 13.250
15 Modena 1.274
16 Arezzo 284
17 Piacenza 259
18 Triestina 26
19 Albinoleffe 10
20 Mantova 4
21 Rimini 0
21 Vicenza 0
Totale 55.548.452
Ma i debiti fiscali sono solo la punta dell’iceberg: sott’acqua c’è una montagna di altri debiti, che molte società hanno potuto “spalmare” in più esercizi di bilancio (10 addirittura nel provvedimento governativo del 2003, poi ridotti a 5 per l’intervento dell’Unione Europea per violazione delle direttive sulla contabilità societaria), per un totale che un calcolo necessariamente approssimativo porta oltre quota 1000 milioni di euro (le ultime stime parlano di oltre quota 1.300).
Molte le società che hanno potuto suddividere dal 2003 al 2007 la svalutazione del proprio parco giocatori invece che contabilizzarla in un unico bilancio, con indubbi vantaggi anche fiscali. In testa alla particolare classifica di “spalmatori” c’è l’Inter (290 milioni), seguono Milan (242) Lazio (212) Roma (134) Torino (57) Piacenza (36) Palermo (30) Salernitana (24) Lecce (17) Messina (10) Vicenza (10) Genoa (9) Venezia (9) Treviso (5) e Ascoli (2,4). Alcune di queste società sono presenti anche nella classifica dei debiti fiscali, altre lì sono tra le virtuose (Inter in primis) qui no: come dire che tra l’una e l’altra situazione c’è poco da stare allegri. Il fatto che alcune di queste società siano al centro della cronaca più o meno sportiva di questi giorni la dice lunga sullo stato di salute del nostro calcio: la Roma ha avuto da pochi giorni il mercato “sbloccato” dalla Uefa, Torino, Salernitana e Venezia sono fallite e solo le prime due hanno approfittato di un ennesimo provvedimento salvagente, il cosiddetto “Lodo Petrucci”, che consente alle società fallite di cedere il titolo sportivo a una società nuova (quindi senza debiti) che ripartirà dalla serie inferiore!
Il Venezia invece non c’è più, e il Messina ha rischiato la stessa fine sino agli ultimi gradi di giudizio (Tar del Lazio, poi Consiglio di Stato), mentre dall’altra parte dello stretto la bufera è durata fino a pochi giorni fa, con le denunce non certo ingiustificate del Bologna, che se avesse sfruttato i “buchi” della legislazione per rinforzare la squadra – anziché pagare regolarmente le tasse e presentare bilanci corretti – avrebbe forse potuto raggiungere una comoda salvezza.
Le due milanesi, poi, spiccano in questa graduatoria per essere state per anni le principali utilizzatrici del giochino che ha consentito a tutte le società di taroccare gestioni con costi sistematicamente superiori ai ricavi (il bilancio complessivo è passato da meno 220 milioni di euro del 1997/98 a oltre un miliardo di euro del 2003, alle suddette stime odierne di oltre un miliardo e tre): anziché ridurre i primi e aumentare i secondi, si prendono due giocatori che valgono 100mila euro ciascuno e li si scambia scrivendo a bilancio che entrambi valgono ics milioni di euro, con la differenza che diventa per entrambe le squadre una plusvalenza milionaria, e il costo che può essere ammortizzato in bilancio per anni…
La domanda, che poi è la stessa per la gestione dell’intera economia da parte di questa classe di governo, è solo una: fino a quando reggerà il baraccone?