Confronto che nel corso del dibattito sulla Finanziaria aveva portato ad una intesa che prevedeva per il biennio 2006/2007 un incremento delle retribuzioni pari all’incirca al 5%, anche se una parte di tali risorse sarebbe stata stanziata nella legge finanziaria per il 2008, con riferimento però ai benefici economici del 2007.
In questi giorni invece, a distanza ormai di molti mesi da quell’accordo, assistiamo all’evolversi di una situazione incresciosa verificatasi a seguito delle inaccettabili posizioni assunte in merito alle risorse disponibili per il rinnovo del biennio economico 2006/2007 del contratto collettivo nazionale dal Ministro dell’Economia e delle Finanze Padoa-Schioppa, che ha messo in discussione gli stessi stanziamenti concordati a fine novembre 2006, e da noi considerati già a suo tempo il livello minimo di confronto.
Pieno rispetto da parte del Governo degli impegni assunti e contestuale presentazione delle richieste economiche per il biennio successivo 2008/2009, che non potranno più fare riferimento all’inflazione programmata, ma dovranno tenere conto effettivamente della perdita del potere d’acquisto, ed essere quindi coerenti con un recupero sostanziale delle retribuzioni del personale delle Agenzie fiscali.
Tanto più quando sono ormai note le cifre derivanti dalle entrate fiscali di questi mesi ed i primi ma già significativi risultati raggiunti nel campo della lotta all’evasione fiscale.
Non a caso infatti in questi giorni le richieste formulate dal sindacato confederale nelle piattaforme per il rinnovo di importanti settori privati come ad esempio i metalmeccanici o gli alimentaristi si collocano nell’individuazione di percentuali di incremento notevolmente superiori a quelli che qualche mese fa sono state definite per il rinnovo dei contratti dei pubblici dipendenti.
A fronte di una situazione che va ormai deteriorandosi anche rispetto ai ritardi nell’erogazione delle somme derivanti dal comma 165 e dal mancato confronto sulle Convenzioni per l’anno 2007, che devono veder quantificate tra l’altro le somme da destinare al personale a titolo di quota incentivante, la forte mobilitazione e lo sciopero generale deciso per i tutti i comparti pubblici dalle segreterie generali CGIL CISL e UIL per il prossimo 16 aprile sono le sole risposte necessarie e conseguenti.
Solo se nelle prossime ore saranno fornite da parte dei Ministri competenti le dovute e formali assicurazioni sul rispetto degli accordi sottoscritti ed inviate all’Aran le direttive per l’apertura formale delle trattative per il rinnovo dei contratto collettivo nazionale, si potrà ragionare sulla possibile sospensione delle iniziative di lotta, ferma restando la mobilitazione e la vigilanza che comunque riteniamo debbano essere mantenute fino alla conclusione del negoziato.
Ma ovviamente la fase di lotta ci impegna ancora di più a presentare con immediatezza la piattaforma contrattuale da discutere tra i lavoratori e che, oltre alla parte economica, dovrà contenere tutte le necessarie soluzioni alle problematiche ordinamentali, normative e di regolazione delle sistema di partecipazione e di relazioni sindacali.
Su questo il confronto è già ormai in dirittura di arrivo con CGIL e CISL e quindi riteniamo che tali orientamenti possano essere tra qualche giorno patrimonio comune del sindacato confederale.
Obiettivi tutti che intendiamo confermare e rafforzare nel contratto collettivo nazionale 2006-2009, a partire dalla stabilizzazione nell’indennità di amministrazione di quelle risorse del fondo erogate nelle singole Agenzie con carattere di generalità e continuità, dalla risoluzione dell’annosa e non più accettabile questione del mancato riconoscimento dell’indennità di amministrazione in quota a ai fini pensionistici, dall’eliminazione della decurtazione dell’indennità di amministrazione in caso di malattia inferiore a quindici giorni.
Così come andranno meglio specificate, chiarite ed innovate le norme relative ai congedi parentali, al trattamento di malattia, di tutela del personale portatore di handicap o che assiste i diversamente abili, le norme sui trattamenti di trasferta e missione, gli interventi non più eludibili in materia di copertura dei rischi professionali.
Così come in analogia ad altri comparti pubblici riteniamo necessaria l’attivazione di specifiche polizze sanitarie ed una maggiore attenzione ai fenomeni di mobbing, salvaguardando sempre più la sicurezza sui posti di lavoro.
Per quanto riguarda il nuovo ordinamento professionale scaturito dal primo contratto collettivo nazionale riteniamo estremamente positiva l’esperienza derivante dalla concreta applicazione dello stesso nei contratti integrativi di Agenzia.
Si tratta ora di portare a regime i vari istituti sia con riferimento all’individuazione ed alla conferma dei nuovi profili professionali, che all’applicazione delle posizioni organizzative e di responsabilità che debbono diventare sempre più lo strumento per garantire mediante un adeguato riconoscimento anche economico, la valorizzazione della maggiore qualità della prestazione lavorativa.
Così come con riferimento anche a quanto previsto nel recente memorandum sul lavoro pubblico riteniamo utile proseguire sulla strada, già da noi in molti casi attivata, della valutazione della prestazione lavorativa e del rapporto tra azione amministrativa e soddisfazione dell’utenza.
Una strada già percorsa nelle Agenzie fiscali con la certificazione degli Uffici delle Entrate, la carta dei servizi ed il barometro della qualità, che intendiamo implementare, consci della centralità del lavoro pubblico come fattore di sviluppo del paese, di garanzia per i cittadini, di equità e trasparenza nel rapporto con i contribuenti.
Le nostre richieste contrattuali saranno sempre più motivate e riconosciute quanto più nel paese si affermerà l’idea della giustezza dell’investimento sul lavoro dei pubblici dipendenti e quanto più la generalità dei cittadini troverà risposte tempestive e servizi adeguati nel rapporto con i nostri Uffici.
Questi sono in breve i punti che dovranno trovare nei prossimi giorni, con l’approvazione degli organismi unitari di CGIL, CISL e UIL, la necessaria sintesi unitaria.