Catturati a teatro da “Prigionieri al settimo piano”

Catturati a teatro da “Prigionieri al settimo piano”

“Prigionieri al settimo piano”, in scena dal 18 al 30 ottobre al Teatro dei Conciatori è una commedia attualissima ed ironica di Maria Letizia Compatangelo,  che racconta in maniera intelligente la società contemporanea dove il merito è scavalcato dalla furbizia e la prepotenza vince sull’onestà.

prigionieri-foto2Quest’amara realtà, la conoscono bene i due protagonisti: una coppia di coniugi di mezza età.

Lui si chiama Pino (Rosario Galli) ed è un professore universitario ancora a caccia di un concorso che lo stabilizzi.

Lei invece è Mariuccia (Gianna Paola Scaffidi) una traduttrice d’inglese di libri per l’infanzia, che di cognome, non a caso fa Speranza.

Sposati da una vita, sono due intellettuali precari che, un tempo, sarebbero appartenuti a un ceto abbiente ed, invece, per colpa della crisi, sia quella della finanza che quella dei valori, hanno perso tutti i risparmi di una vita con degli investimenti errati e si ritrovano unicamente proprietari di un appartamento in periferia per cui stanno pagando, tra tanti sforzi, ancora il mutuo, con un figlio trentenne a caccia di fortuna in America, in parte ancora sulle loro spalle.

La felicità di avere ancora la loro casa si trasforma però presto in un incubo quando un’immobiliare decide di acquistare tutti gli appartamenti del palazzo e di ristrutturare per vendere ad un prezzo decuplicato.

Pino e Mariuccia, trovandosi senza soldi a far fronte ad un’onerosa ristrutturazione con la minaccia di dover lasciare l’unico porto sicuro che gli resta, si ritroveranno quindi presto barricati in casa loro, al settimo piano di questo palazzone fuori mano, stretti tra la richiesta di un prestito alla banca e le insistenze di Angelo, ragazzotto di borgata, cinico e insensibile, spesato dall’immobiliare per recuperare i propri crediti.

Se la narrazione parte da una denuncia sociale, sulla svalutazione della cultura, sul precariato, sull’onnipotenza delle banche, sul degrado delle periferie e dei valori della società d’oggi, sulle difficoltà economiche di una famiglia come tante, sull’emigrazione di molti giovani talenti costretti alla ricerca di una stabilità lavorativa all’estero, nell’incontro con Angelo la storia cambia prospettiva, acquistandone una maggiormente interiore e arricchendosi di mille sfaccettature che chiamano in gioco l’emotività.

Pino e Mariuccia, fino ad allora chiusi nella propria torre d’avorio, con i loro amici borghesi e affermati con cui cercano di mantenere l’apparenza di una famiglia agiata e senza difficoltà di sorta, si confrontano finalmente con il diverso e con un modo di pensare diametralmente opposto: quello del picchiatore di periferia che non si fa problemi ad ammettere di non avere scrupoli.

Da qui parte una riflessione su apparenza e sostanza, lealtà e onore, onestà e disonestà, giustizia e dignità, che avvince lo spettatore senza mai tediarlo anche grazie all’abile interpretazione degli attori che reggono il palco con disinvoltura e affiatamento, professionalità ed entusiasmo, guidati dalla bravissima regista Donatella Brocco.

Cos’è davvero l’amicizia e quanto spesso scambiamo i conoscenti per amici e gli amici per conoscenti? Quanto arricchisce l’incontro con il diverso? Quanto ci conosciamo fino in fondo e quanto invece sono le occasioni della vita a farci scoprire chi siamo realmente? Fino a che punto è giusto cambiare per restare al passo con i tempi? Per cambiare le cose dobbiamo cambiare noi per primi o noi cambiamo quando cambiano le cose? E, in sostanza, è possibile se si nasce tondi morire quadrati?

E’ con la risposta a questa domanda che si conclude uno spettacolo riuscitissimo, leggero e insieme profondo, attuale e, al contempo, intimo… Lasciatevi catturare e diventate voi stessi “Prigionieri” per una sera!

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