Un musical ispirato alla storia calca le scene del Brancaccio dal 27 ottobre al 6 novembre riportando in vita Anna Goeldi, “L’ultima strega” d’Europa.
Nata nel periodo dell’Illuminismo, Anna si scontrò con il permanere delle ombre di un secolo che vedeva il progressivo affermarsi della scienza e della ragione sull’oscurantismo e le dicerie.
Ed è proprio fondandosi sul binomio tra superstizione e scienza che si alterna la vicenda, raccontata da Andrea Palotto, autore e regista del racconto, con l’ausilio delle musiche di Marco Spatuzzi.
Convincono sia Anna che l’Inquisitore (Valeria Monetti e Cristian Ruiz), i due veri protagonisti della storia: lei, la strega, è una giovane anticonformista, di certo progressista per i suoi tempi; mentre lui è un medico che fonda la sua ragione sulla scienza ma che, all’occorrenza, per fini personali, non esita a rinnegarla facendo leva sulle superstizioni di un popolo sciocco e ignorante, trasformandosi infine in Inquisitore.
Diverse altre sono le sotto-trame: c’è l’amore unilaterale del fornaio per la sfortunata Anna e quello ricambiato di un fabbro balbuziente per la giovanissima Sara; la storia di due popolane che si detestano e si fanno la guerra a colpi di pettegolezzi e dragoni; c’è poi un prete vecchio stampo e il susseguirsi di feste di paese animate da balli nelle pubbliche piazze.
Ed è così che, tra le montagne di Glarona del 1782, si danno battaglia la diffidenza e il pettegolezzo, i fantasmi del passato e gli equilibri del presente, la spensieratezza e gli amori giovanili, i rancori e le vicende in sospeso degli adulti.
La scenografia è curatissima, così come i costumi, e due narratori d’eccezione – giornalisti alle prese con un pezzo da mandare in stampa la Vigilia di un Natale contemporaneo (Alessandro Tirocchi e Maurizio Paniconi direttamente da Colorado e Radio Globo /M100) – trascinano il pubblico nel vivo di un’epoca che fu.
Molto divertente è la trovata di raccontare la storia per bocca di due contemporanei e, più di una volta, l’azione viene sospesa e il nastro riavvolto per volontà dei due narratori che sovrappongono i loro dialoghi dell’attualità allo svolgersi della vicenda storica.
Convince meno, invece – magari per gusto personale – , l’alternanza così netta tra il registro comico e quello tragico nel medesimo impianto narrativo. Il sovrapporsi di molti rivoli farseschi alla storia principale che narra la vicenda di una donna terribilmente sfortunata e perseguitata, se da una parte allevia la tensione, dall’altra dilunga la storia, allentandone anche il mordente.
“L’ultima-strega” è dunque un dark-musical ed insieme anche un’opera comica, che narra la morte di una donna per mano dell’ignoranza, senza dimenticare di elevare il proprio inno ai cuori puri – quelli dei più giovani – che possono cambiare, con il rinnovamento delle generazioni e delle conoscenze, la sorte della storia… se non quella di Anna, quella delle donne libere del futuro…