Gli amici di Libera Uscita, che ringrazio, ci hanno inviato una poesia scritta da Giancarlo Fornari, fondatore della rivista, prima di morire. L’ho trovata una commovente riflessione sull’amore per la vita, sullo stretto legame tra essa e l’energia. Solo leggendola tutta, risulta chiaro che non ha nulla a che fare con la tristezza. Chiedere dignità non può essere triste…
Preghiera per l’Uomo-Albero
(Se e quando io non sarò più io)
Grazie per avermi dato
una seconda giovinezza
grazie per amarmi
grazie per leggere, giocare e parlare con me
di tutto ciò che ti interessa
e mi interessa
grazie per correre con me
per camminare con me
nell’ombra dei boschi o sulle colline
colorate di ginestre
grazie per abbracciarmi
per fare l’amore con me
con il corpo e con il cuore
per salire in alto con me
come su un aliante
sollevati da una corrente calda
sempre più in su
fino a stancarci.
E grazie per quando
io più vecchio di te
non potrò più correre
io indebolito
non potrò più seguirti
io più stanco
faticherò ad amarti
grazie di essere con me
di sostenermi
di lasciarmi appoggiare
perché so che per te
la vita con me non è solo sesso
non è solo correre e giocare
la vita è anche solo un sorriso
una parola una carezza
e queste sarò sempre in grado di dartele
anche da vecchio.
Ma se e quando io non sarò più io
quando la vecchiaia o un male oscuro
mi strapperanno da me
quando qualcosa di misterioso e inesplorabile
mi dividerà in due
(la mia anima la mia mente e il mio cuore
proiettati per sempre negli spazi
il mio corpo immobile
su una sedia a rotelle)
quando ridotto ad albero
non potrò neanche sorriderti
perché non capirò più
cosa sei tu
e cosa sono io
allora, amore
dovremo separarci.
Io non ti ringrazio
per quello che farai
per quell’Uomo-Albero
Uomo-Sasso
Uomo-Carne
Corpo grossolano
Pura materia
senza luce dell’anima
senza cuore
senza sorriso
che porterà il mio nome
ma non sarò più io.
Io, amor mio, mentre tu ti sacrifichi
per quella cosa inerte
io sarò altrove
sarò a passeggiare tra le nuvole
sarò sulla cima dell’Epomeo
a veder sorgere il sole
sarò sopra lo Sciliar
a giocare con un deltaplano,
sarò a meditare
in una grotta delle Egadi.
Io, amor mio,
sarò nei libri che ho letto e in quelli che ho scritto
sarò nella memoria
delle persone che mi hanno incontrato
e mi hanno voluto bene
sarò negli occhi delle mie figlie
sarò nel tuo cuore
sarò dovunque
tranne che là
in quella controfigura umana
in cui non mi riconosco
e che non avrà più niente
a che vedere con me.
Perciò ti prego, amore mio,
parlo seriamente
non voglio sacrifici
specie se inutili.
Quando vedrai che non sono più io
conservami solo
nella tua memoria,
non conservarmi
a fini statistici.
Non aiutarmi a sopravvivere
privato di tutto ciò che mi rende umano
anche se ti diranno che un Dio lo vuole.
Ma se un Dio ha potuto volermi fare questo
e se è lo stesso Iddio
che ha voluto e accuratamente programmato
la Shoah
che organizza i massacri
le pestilenze e i flagelli
che funestano questo mondo
solo “per metterci alla prova”
e “realizzare il suo disegno provvidenziale”
non è un Dio buono
e probabilmente non è neppure un Dio
ma solo la proiezione
delle loro povere menti
e tu non devi ascoltarlo.
Ascolta, ti prego, solo il tuo cuore e il mio.
Trova in te la forza di aiutarmi.
Prendimi con te
per un ultimo viaggio
verso un Paese buono
dove capiscono che gli Uomini-albero
gli Uomini-sasso
anche se non possono esprimerlo
vogliono morire
non vogliono essere obbligati a vivere
una vita di sasso e di albero
senza alcuna offesa
per queste rispettabili
Entità dell’universo.
E tu, amor mio, non portare il mio lutto
non essere triste a causa mia
sappi che ci ritroveremo
un giorno o l’altro
una vita o l’altra
forse trasformati in due farfalle
o magari in due rondini
voleremo insieme
su su per i cieli
e avremo dei piccoli sempre affamati
da nutrire di insetti
e la notte ci ameremo al buio
nel nostro nido di paglia
con il cuore e con il corpo
fino a stancarci.
Amore se mi vuoi bene
uccidimi.
Giancarlo Fornari