E riecco i manganelli a Roma. La volta scorsa non si sono risparmiati i lavoratori, colpevoli di NON avere proposto un assalto alla stazione Termini, come documentato dalle telecamere di “Gazebo”, in cui l’ordine caricate è arrivato a sorpresa, perché la polizia è stata sorpresa da un corteo pacifico, che stava assumendo i toni minacciosi di una sagra della polenta. Alfano non è dimesso e non si è dimesso per quanto accaduto, poiché le telecamere di Gazebo “non smentiscono la ricostruzione dei fatti” offerta da lui in Parlamento e dunque o in Parlamento ha dichiarato che la carica è partita da un funzionario di polizia e che non ci sono state intenzioni di assalire Termini (e i provvedimenti?) oppure la bella trasmissione di Raitre ha montato un documento di fantasia a cui è stato dato molto credito e allora la versione di Alfey è fatta salva.
Nella giornata di mercoledì sono piovuti manganelli presso l’ università di Roma Tre. In occasione dell’arrivo di Draghi, alla facoltà di Economia, per festeggiare il centenario della nascita dell’ economista Federico Caffè, questa volta sono stati manganellati probabili futuri non lavoratori e non assalitori di stazioni. Contro la polizia, in tenuta antisommossa, gli studenti, in “tenuta studentesca”, hanno lanciato vernice e uova. Di nuovo, come nella puntata precedente, sproporzionati mezzi e reazioni, sono scappati i feriti, e non tra i poliziotti, che invece ne sono usciti verniciati e alla coque. Non sono i problemi con i manifestanti ad essere allarmanti (deprecabili sì), in quanto deviazioni episodiche con la polizia, ciò che allarma sono i problemi col diritto a manifestare espresso in modo pacifico (e delle uova sui caschi dei poliziotti, non possono giustificare dei manganelli sui corpi dei manifestanti), poiché riguardano la deviazione strutturale di uno Stato, e non proprio una deviazione democratica. Questo non è il verso in cui pensavo sarebbe cambiato qualcosa!
Leonardo Masucci