Se i lavori bloccano il traffico, noi romani sappiamo che la soluzione è far lavorare gli operai solo in estate e possibilmente di notte, praticamente un ghetto temporale per non rallentare sul bolide. Ci sono le manifestazioni e siamo consapevoli che la cosa migliore sia l’abolizione della democrazia, perché a Roma riteniamo esserci più manifestazioni che semafori. Ci sono gli scioperi e, optando sempre per la soluzione esposta al punto precedente, la corrediamo con qualche pensiero ai morti degli scioperanti. Si vuole pedonalizzare il centro della Capitale e lo sentiamo come il torto peggiore, perché probabilmente infastiditi dal non poter accompagnare nel Colosseo il generale Massimo Decimo Meridio. C’è un momento, però, in cui non si protesta, perchè se stai tornando a casa a quell’ora, in quel giorno e ancora non hai provveduto a spostare la residenza nell’auto, sei scemo tu: è il momento della partita “DEAROMA!!!”
C’ era Roma-Manchester City ed ero sulla via del ritorno (tra gli scemi che volevano tornare).
Ah dolce vita che te ne vai sul Lungotevere “in ferma”. I tifosi abbandonavano i veicoli in mezzo alla strada, anche addosso al grattacheccaro o attraccando alla banchina del Tevere, indirizzati dagli abusivi a tempo indeterminato (visto che ci sono da sempre in città), mentre i vigili conservavano il fischietto, forse per arbitrare la partita ormai prossima.
E davanti alle nostre “casemobili” sfilavano i seguenti appassionati: tifosi impiccati dalla sciarpa, tifose ingioiellate con la sciarpa di oro giallorosso, e poi le famiglie, quelle antimulinobianco, quelle che la mattina se le lanciano le merendine,non se le passano: papà e mamma picchiatori e i figli preadolescenti: maschietto e femminuccia (inadeguatezza del vezzeggiativo) meno rassicuranti dei genitori, in gruppo “pe tifà a maggica”, praticamente le famiglie del “mulino branco”. E intanto capivo che il problema di Roma non è la mafia…è il traffico e la risposta ai malumori dei cittadini italiani sta nel futuro sindaco di Venezia Mara Venier, di Roma Francesco Totti e di Bari Lino Banfi.
Leonardo Masucci