E’evidente che si chiami sistema bipolare perché gli atteggiamenti nell’agone politico lo sono. Grillo è stato crociato eccellente contro tutti gli accordi, poiché con i ladri non ci si mischia ed ora maniacalmente desidera sedere al tavolo col ministro Orlando per parlare di corruzione e col premier, l’uomo delle banche, che dice una cosa e la smentisce il giorno dopo (pensiero del Beppe in fase down) per trattare sulla legge elettorale e chissà se sarà un altro streaming, fatto di imposizioni come quello con Renzi che scontentò gran parte della rete. Il 41% delle europee prima era frutto di brogli e da un giorno, chissà per quale illuminazione, è la legittimazione assoluta del premier.
La stagione delle alleanze è iniziata in Europa col discusso Farage, subito canonizzato da una difesa dei “miles Grillhi” di Maio e di Battista (i di Grillo). Mancava solo la scelta del giorno sul calendario, per rendere il grigio leader dell’UKIP -non condiviso da parte della base grillina- il santo di moda. Oltre al gusto per le alleanze, non è mancata la riscoperta delle apparizioni televisive, altri bersagli delle crociate: un anno fa i rappresentanti del popolo non potevano aver tempo da perdere in televisione ed invece negli ultimi tempi sembra che i loro impegni siano diminuiti considerevolmente a favore perfino del ripescaggio di Vespa.
E poi ci sono i rimpalli sulle leggi elettorali, che sono state considerate valide tutte dal Movimento in questi lunghi mesi, fino all’ importante amore col porcellum. E cosa si farà degli Orellana sbattuti fuori dai cittadini, a volte ascoltati o consultati e a volte no, colpevoli di aver per primi prospettato un avvicinamento al tavolo delle trattative, per entrare nel gioco dell’agire politico? Non credo praticabile consultare la rete e chiedere la riammissione di tutti i lungimiranti fuoriusciti ed allora quasi insultati dai fedeli ortodossi.
Dopo il Grillo bipolare, abbiamo Renzi alle prese con momenti di delirio, che col suo 41% ha deciso di cambiare davvero verso, il PD da partito democratico è diventato DP dittatura di partito. Chiaro che una disciplina di partito debba esserci, ma confrontarsi con i propri non allineati al nuovo pensiero unico, dopo che lo si è fatto con Berlusconi, per giungere ad una sintesi di gruppo, non mi sembra consegnare l’Italia a nessuno.
Ora, il Presidente del Consiglio sembra pronto ad accogliere i nuovi avvicinamenti, usando l’arma avversaria della diretta streaming – non che risolva i sottobanco della politica, ma questo senza dubbio è una novità 5 stelle – per arginare l’avversario stesso. Il problema che dovrà davvero affrontare, però, sarà la cristalleria delle alleanze, in cui tutti ora vogliono partecipare ed essere ascoltati e in cui Berlusconi dovrà temere la sua fragilità politica ancora di più. Come al solito attenzione a non tifare. Tutti i sostenitori della linea ortodossa grillina non si spostino improvvisamente ad acclamare lo scongelamento del Movimento e gli accusatori dell’ antidemocrazia 5 stelle non si sbrighino a giustificare i giochi di forza e padronali del nuovo PD.
Leonardo Masucci