Esce in libreria Mr. Bennett e Mrs. Brown (Rogas Edizioni), da molti considerato manifesto letterario della scrittrice inglese
di Adalgisa Marrocco
«Qui c’è Mrs. Brown che, quasi istintivamente, spinge qualcun altro a scrivere un romanzo su di lei. Io credo che tutti i romanzi comincino grazie alla signora dell’angolo di fronte. Penso che tutti i romanzi, in altre parole, abbiano a che fare con il carattere, e che per esprimere il carattere – non per indottrinare, cantare canzoni, o celebrare le glorie dell’Impero Britannico – la forma del romanzo sia stata elaborata», dice Virginia Woolf nel suo saggio Mr. Bennett e Mrs. Brown, appena uscito per Rogas Edizioni.
Il libro, quindi, è una lezione di scrittura e una riflessione sulla forma romanzo da parte di una delle più importanti autrici novecentesche. Virginia Woolf riflette sul carattere, sul personaggio, parla dell’ardua impresa affrontata dagli scrittori che si trovano faccia a faccia con la natura umana, ma non riescono a dipingerla compiutamente.
«Mr. Bennett e Mrs. Brown è da molti considerato il manifesto letterario di Virginia Woolf. Tematicamente legato a Modern Novels del 1919 e Modern Fiction del 1925, è uno dei suoi testi dedicati allo stato di salute della narrativa nel primo quarto del Novecento. Pubblicato dapprincipio in una fase ancora embrionale nel 1923, prima sul supplemento letterario del New York Evening Post e successivamente (il 1° dicembre) su The Nation and Athenaeum diretto da Leonard Woolf, il saggio si presentava subito come una risposta ad Arnold Bennett che, nel marzo di quell’anno, aveva scritto un articolo intitolato Is the Novel Decaying?, in cui Virginia Woolf veniva espressamente menzionata in relazione all’incapacità dei romanzieri moderni di creare personaggi reali; esempio ne sarebbe stato Jacob’s Room (1922) i cui protagonisti non sopravvivrebbero nella mente del lettore, poiché l’autrice sarebbe stata più ossessionata dai dettagli che dalla loro consistenza», scrive Gian Pietro Leonardi nella bella introduzione che apre l’edizione Rogas.
Così, Virginia Woolf risponde alla critica del collega Arnold Bennett e, al contempo, riflette sulla condizione della letteratura all’indomani dell’evento modernista (1). Per realizzare il suo intento, la scrittrice inglese ci parla di Mrs. Brown, un’anziana signora dai lindi stivaletti incontrata su un treno che porta da Richmond a Waterloo. Partendo dall’impressione che Mrs. Brown riesce a suscitare in chi la osserva, Woolf formula ipotesi circa il modo in cui gli scrittori coevi avrebbero descritto la signora dell’angolo di fronte. L’autrice, quindi, critica il realismo e la sua eccessiva attenzione verso i dettagli materiali e diffida dello sguardo dei romanzieri edoardiani, troppo impegnati a descrivere l’ambiente circostante anziché le persone.
Ciò che non bisognerebbe mai perdere di vista per Virginia Woolf è proprio la signora Brown, la natura umana, la vita stessa. Una missione per nulla facile, trattata in un saggio che rivela tutta la sua attualità in un’epoca come la nostra. Un’epoca in cui la letteratura trova a stento uno spazio per lo sperimentalismo e la ricerca, perché soffocata dalla foga del marketing editoriale.
In definitiva, Mr. Bennett e Mrs. Brown è una lezione per chi vuole approcciarsi alla forma romanzo (in qualità di scrittore, lettore o finanche studioso), è un incentivo per la creazione di narrazioni che rendano giustizia alla complessità della natura umana e, infine, è una lettura fondamentale per chiunque sia innamorato di Virginia Woolf e della sua scrittura.
(1) Secondo la definizione di Hayden White. Hayden White, “L’evento modernista”, in Storia e narrazione, a cura di Daniela Carpi, Ravenna, Longo