ABELE CONDANNATO A MORTE NEI CANTIERI E SULLE STRADE. PERO’ SIAMO BRAVI A DIFENDERE CAINO

ABELE CONDANNATO A MORTE NEI CANTIERI E SULLE STRADE. PERO' SIAMO BRAVI A DIFENDERE CAINO
Oltre 800 i morti per infortuni del lavoro in Italia dall'inizio dell'anno, gran parte per colpa dello scarso rispetto delle norme sulla sicurezza e della scarsità dei controlli. Sulle strade italiane mediamente si verificano  circa  600 incidenti al giorno, con la morte di 15 persone e il ferimento di altre 800: molti causati dal mancato rispetto dei limiti di velocità favorito dalla scarsa sorveglianza delle forze dell'ordine. Grazie sempre a scarsità di controlli e a leggi permissive siamo tra i dieci paesi che inquinano di più al mondo, non c'è da stupirsi se abbiamo ogni anno oltre 9000 morti per malattie da inquinamento. E' come se il nostro Stato, con questo suo lassismo, automaticamente condannasse a morte ogni anno migliaia di persone. E poi abbiamo l'ipocrisia di andare all'Onu con le nostre associazioni tipo “Nessuno tocchi Caino” a dare lezioni di civiltà sproloquiando contro le altrui condanne a morte. Forse oltre a difendere la vita degli assassini americani (battaglia giusta, per carità) bisognerebbe preoccuparsi di più delle innocenti vittime italiane.

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