Dario Ricci e Daniele Nardi tornano in libreria
Abbiamo conosciuto Daniele Nardi in occasione della spedizione sul Nanga Parbat tutt’ora in corso. Proprio dalle sue esperienze di viaggio è nato il libro “In vetta al mondo”, opera a quattro mani realizzata con l’amico giornalista di Radio24 Dario Ricci. Un connubio ormai consolidato, che ha portato alla realizzazione anche di un secondo libro appena pubblicato: “La migliore gioventù. Vita, trincee e morte degli sportivi italiani nella Grande Guerra” edito da Infinito Edizioni.
In un percorso di viaggio e scoperta, i due autori si sono messi sulle tracce dei grandi sportivi italiani proprio durante la Prima Guerra Mondiale e attraverso un’ottica inaspettata “hanno ricordato quel momento così buio da una prospettiva nuova, originale, che ci dà l’esatta concezione di cosa significhi davvero lo sport” come scrive il Presidente Giovanni Malagò autore della prefazione.
Quello che ne viene fuori è un incontro entusiasmante con pezzi di storia, oggetti, colori, umori di un passato belligerante che ha costruito la nostra Italia. Abbiamo incontrato Dario per farci raccontare questa esperienza.
Dario, come vi siete conosciuti tu e Daniele?
Con Daniele è nato tutto tramite la radio, sotto le cuffie. Lui mi contattò alla vigilia di una sua spedizione circa tre anni fa per un’intervista. Lo inviati in studio e ci trovammo subito simpatici. Proprio da lì è nato “In vetta al mondo”: lo richiamai infatti perché c’era la possibilità di scrivere un libro insieme, visto che molte delle sue storie non erano ancora state raccontate. Dalla nostra amicizia è arrivato poi quest’anno il nuovo lavoro “La migliore gioventù”.
Come è nata questa nuova idea?
“La migliore gioventù” nasce da un’ispirazione. L’alpinisimo con Daniele è innanzi tutto la ricerca del senso della montagna: non solo la conquista della vetta dunque, ma il percorso che si fa per raggiungerla. Chi condivide l’amicizia con lui affronta un viaggio di scoperta continua.
A questo primo input da cui siamo partiti, si è unito il centenario della Grande Guerra che in Italia fu soprattutto guerra di montagna. Il desiderio dunque di ricordare la nostra storia e la volontà di indagare il senso stesso della montagna si sono uniti in questo lavoro.
E’ un libro dedicato agli sportivi italiani della Grande Guerra sui quali c’è una letteratura florida, ma spesso poco conosciuta. A muoverci è stata soprattutto l’idea di voler rendere omaggio a quei ragazzi che un secolo fa combattevano per un’Italia che si stava costruendo e che ci hanno dato tanto.
Come avete lavorato?
Tra viaggi e ricerche abbiamo impiegato un anno e mezzo di lavoro, dal progetto alla stesura del libro. E’ un’opera in cui si fondono perfettamente due aspetti: da un parte tutta la ricerca storiografica e documentaristica e dall’altra la scalata della montagna. Lungo la nostra impresa abbiamo incrociato degli oggetti che mandano a ritroso nel tempo, fino all’incontro con alcuni grandi sportivi dell’epoca quali Enzo Ferrari, Tazio Nuvolari, Virgilio Fossati ad esempio.
A chi è destinato questo libro?
“La migliore gioventù” è un libro per tutti, ma si pone quale obiettivo primario i giovani, che spesso hanno già l’interesse per le vicende belliche e che qui, sentendo il racconto di sportivi, possono vivere un più immediato processo di immedesimazione. Cerchiamo di raccontare le vicende storiche con rispetto, tentando di capire anche come era lo sport 100 anni fa…
Le vostre prossime tappe…
Prima di tutto “In vetta al mondo” avrà una nuova vita: il libro è stato infatti acquisito da BUR Rizzoli e presto uscirà in una nuova edizione con capitoli inediti.
I prossimi mesi saranno pertanto incentrati sul lancio de’ “La migliore gioventù” e sulla nuova pubblicazione di “In vetta al mondo” per le quali saremo in tutte le principali città italiane.
Montagna e storie di vita da cui farsi trasportare e con cui conoscersi un po’ di più.
Dario Ricci e Daniele Nardi raccontano proprio questo: la passione capace di far affrontare sfide sempre nuove e ricche di emozioni.